Il vice di Donadoni: “La mia famiglia è più al sicuro in Cina che in Italia”

L'emergenza Coronavirus dopo aver creato problemi nel sud-est dell'Asia ora sta mettendo in difficoltà l'Europa. Il primo paese ad essere colpito con maggior forza è stato l'Italia, che sta conducendo una battaglia contro un nemico invisibile e che è stato quasi completamente sconfitto in Cina. Proprio il paese asiatico è diventata una specie di esempio per gli altri stati che si trovano a combattere la diffusione del Covid-19 e del modo in cui i cinesi si sono comportati nei confronti della pandemia ha parlato Massimiliano Maddaloni, vice di Roberto Donadoni a Shenzhen.

Maddaloni: Gli italiani non si rendono conto

In un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport Maddaloni ha spiegato in che modo la Cina è uscita da un'emergenza sanitaria senza precedenti:

Gli italiani non si rendono conto. Vedo gente che esce e infrange le regole. In Cina l’epidemia sta scemando, e su un miliardo e 400 milioni di persone ci sono stati 81.000 casi con 3.200 morti. In Italia la situazione è peggiore. Qui invece ora la vita sta riprendendo, ma con controlli. I ristoranti riaprono con distanze di sicurezza, si disinfetta la spesa, hanno cancellato il pagamento degli affitti, le scuole restano chiuse, il governo ha requisito a prezzo imposto le mascherine per evitare speculazioni e le ha distribuite gratis. Insomma, la gente sente lo Stato vicino e c’è senso civico. Non è un caso che nessun calciatore si sia ammalato. Hanno capito le priorità. Nonostante la crisi stia finendo, il campionato forse non partirà prima di metà maggio; come pensate di avere la stessa tempistica?

Maddaloni: Sto pensando di far venire la mia famiglia in Cina

Infine il vice di Donadoni ha parlato dell'ipotesi di portare la sua famiglia in Cina, che adesso ritiene il posto sicuro e dove a differenza dell'Italia il numero dei contagiati è diminuito in maniera vertiginosa rispetto alle scorse settimane:

Se temo per la mia famiglia? Molto. Vivono a Viareggio, ma sto pensando di far venire moglie e figlie qui in Cina. Ora è il posto più sicuro che c’è. Perché ho imparato un motto: il virus non ha gambe e non può venire verso di noi, siamo noi che dobbiamo restarne lontano.