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Il campionato ucraino cancellato dalla guerra, il titolo non sarà assegnato: beffa per De Zerbi

Beffa per l’allenatore italiano Roberto De Zerbi: il campionato ucraino viene dichiarato concluso per il protrarsi della guerra in Ucraina ma il suo Shakhtar Donetsk non si vedrà assegnato il titolo di campione.
A cura di Michele Mazzeo
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La Lega calcio ucraina ha dichiarato ufficialmente sospeso definitivamente il massimo campionato del Paese diventato teatro di guerra: la stagione 2021-2022, interrotta lo scorso 24 febbraio in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina scatenato dall'invasione della Russia (qui le ultime news a riguardo), si è dunque conclusa ma, contrariamente a quanto ci si aspettava, non avrà nessun campione. La Lega ha infatti annunciato che la classifica al 24 febbraio 2022 sarà la classifica finale della Premier League 2021-2022 ma il titolo non verrà assegnato.

"Tutte le squadre di calcio della Premier League ucraina hanno sostenuto la proposta di interrompere la stagione 2021-2022, poiché il campionato non può essere portato a termine a causa dell'estensione dello status di legge marziale nel Paese. La classifica al 24 febbraio 2022 sarà la classifica finale della stagione 2021-2022 ma non verrà assegnato il titolo" si legge infatti nella nota diffusa dalla Lega calcio ucraina tramite i propri canali ufficiali.

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Nonostante UEFA e FIFA riconoscano i risultati di un campionato qualora vengano giocate più della metà dei turni programmati (al momento della sospensione in Ucraina si erano disputate 18 giornate delle 30 in programma), si è deciso che il campionato interrotto dalla guerra non avrà un vincitore. Una vera e propria beffa per l'allenatore italiano Roberto De Zerbi che vede così sfumare il primo titolo della sua carriera: quando il torneo è stato interrotto infatti il suo Shakhtar Donetsk era primo in classifica con due punti di vantaggio sui rivali della Dinamo Kiev.

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Dopo l'incubo vissuto nei primi giorni di guerra (nei quali è rimasto bloccato a Kiev insieme ad otto membri, tutti italiani, del suo staff mentre erano in corso i bombardamenti russi) e l'atto di eroismo compiuto nei confronti dei suoi calciatori (non ha voluto lasciare il Paese fino a quando i giocatori stranieri della sua squadra non fossero stati messi in salvo), l'ex tecnico del Sassuolo chiude questo suo primo anno alla guida dello Shakhtar Donetsk senza nemmeno la gioia di poter mettere in bacheca il titolo di campione d'Ucraina.

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