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Ibrahimovic riscrive la Serie A: “L’Inter è la squadra più forte. Io non smetto, Milano è casa mia”

Zlatan Ibrahimovic vuole continuare a giocare, ma non da uomo spogliatoio, vuole dare il suo contributo in campo: “Galliani mi chiama tutti i giorni da tre anni e mi dice sempre che Monza è bella”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nella prossima stagione calcistica Zlatan Ibrahimovic compirà 42 anni, il 3 ottobre, ma non ha nessuna voglia di rititarsi nella maniera più triste possibile, ovvero da infortunato, al termine di un'annata in cui – tra recupero post operatorio e altri problemi sopravvenuti – non ha giocato praticamente mai col Milan (4 presenze e un gol, spalmati su appena 144 minuti).

Il campione svedese vuole continuare, ma non da uomo spogliatoio, vuole dare il suo contributo in campo: "Sto bene, sto bene. Ho lavorato tanto, ho forzato tanto, non solo quest'anno anche l'anno scorso. Ho forzato così tanto e non mi è tornato niente sinora. Perché se ti torna un po' dai ancora di più, sennò dai dai dai, alla fine sei vuoto. Lascio? No, no, non sono uno che molla. Ma ci deve essere anche gioia in quello che fai, non posso non avere pace in quello che so fare da numero uno, giocare a calcio. Penso che ho ancora da dare. Se penso di smettere? Non credo. Se devo continuare a giocare? Penso di sì. Ma devo trovare equilibrio come nella vita: se non hai serenità, stabilità, sei una bomba, le bombe esplodono".

Il futuro è solo e soltanto Milan, la palla ora è alla società, visto che il contratto di Ibrahimovic scade il 30 giugno: "Io so che sto bene al Milan, Milano è casa mia – spiega alla Gazzetta dello Sport – Del mio contratto non so nulla, l'anno scorso ho detto a Paolo: fai te. E mi è arrivato un foglio da firmare. Non so cosa c'è dentro, forse c'è un altro anno. A me basta sapere di essere un giocatore del Milan e allora so cosa devo fare. Il resto non mi importa. M'importa solo di tornare in campo, altrimenti la gioia diminuisce. È come se uno va al lavoro e non ha un ufficio. Sono due anni che non ho ufficio. Ho ancora voglia, ma serve equilibrio".

Zlatan Ibrahimovic a bordo campo in borghese: non vuole chiudere così
Zlatan Ibrahimovic a bordo campo in borghese: non vuole chiudere così

Il Napoli ha vinto lo Scudetto con un vantaggio abissale su tutte le altre squadre, ma per Ibrahimovic non è la squadra più forte della Serie A: "L'Inter è la più forte in Italia, sulla carta. Hanno molta più esperienza e giocatori che erano più pronti del Milan. Che non è una scusa, non ci sono scuse. Perché poi quando metti in campo 11 contro 11, da lì si gioca. E loro hanno fatto meglio di noi. Cosa manca? Tempo per arrivare dove vogliamo arrivare".

Il gigante di Malmoe dunque non andrà al Monza, nonostante il pressing di un vecchio amico, Adriano Galliani: "Mi chiama tutti i giorni da tre anni e mi dice sempre che Monza è bella, che c'è una bella natura, che sul tavolo c’è già il contratto. Ma non siamo là: io sono un giocatore del Milan e sono orgoglioso di esserlo. A una certa età non c’è più l'ego, non hai bisogno di dimostrare. Voglio essere in campo, lì posso aiutare molto di più. Quest'anno si giocava per 4 trofei, zero trofei alla fine. Non parliamo di insuccesso, di fallimento, ma non è andata come volevo. Lavori 11 mesi perché arrivi qualcosa, se non succede impari, cresci lo stesso, ma alla fine vuoi una ricompensa: il premio è il trofeo, non lo stipendio".

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