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I tifosi del Liverpool sono stati di parola: Anfield fischia l’inno inglese e contesta Re Carlo

Poco prima di Liverpool-Brentford di Premier League, i tifosi dei reds hanno manifestato tutto il proprio dissenso per l’incoronazione di Carlo, Re d’Inghilterra: era tutto ampiamente previsto.
A cura di Alessio Pediglieri
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Era stato annunciato e puntualmente è avvenuto: l'inno inglese risuonato dagli altoparlanti di Anfield poco prima di Liverpool-Brentford è stato sommerso dai fischi dei tifosi di casa, che hanno così manifestato la loro protesta nel giorno dell'incoronazione di Carlo, Re d'Inghilterra. Una decisione che ha spaccato in due l'opinione pubblica inglese e che ha scatenato nuove feroci polemiche su quanto accaduto sugli spalti.

I fan dei reds lo avevano promesso senza indugi e così è stato: poco prima del fischio di inizio del match di Premier League contro il Brentford, tutta Anfield è "insorta" al suono dell'inno inglese "God Save The King" che è rimbombato in ogni match del calcio britannico per celebrare l'incoronazione ufficiale di Carlo, divenuto Re Carlo III d'Inghilterra nella giornata di sabato 6 maggio. La stessa della sfida di Anfield dove i canti di ‘Liverpool, Liverpool', sonori "booo" e continui fischi hanno soffocato l'inno, quasi impercettibile in tanto trambusto.

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Tra i tifosi del Liverpool ad Anfield sono apparsi anche striscioni anti-monarchia, alcuni dei quali recitavano "non il mio re", rivolgendosi a Carlo III e mostrando immagini e foto del leggendario attaccante del Liverpool, ‘King Kenny' Dalglish. Un clima quasi surreale che ha coinvolto anche i giocatori sia in campo sia in panchina. Solamente due nazionali inglesi tra gli undici titolari (Jones e Alexander-Arnold) che non hanno accennato alcun labiale durante l'inno) mentre l'unico a esprimere un minimo appoggio a quanto stava accadendo è sembrato Jordan Henderson, in panchina, mentre tutti i compagni hanno preferito tacere e non esporsi direttamente sul delicato argomento che in queste settimane ha fomentato non poche polemiche.

Ma si sapeva che il rapporto tra i tifosi del Liverpool e la Corona britannica è da sempre oggetto di contestazione. La scorsa stagione, la frattura tra i tifosi del Liverpool e l'establishment inglese era diventata già evidente in un'altra occasione, durante le finali di FA Cup e League Cup a Wembley in cui i tifosi avevano espresso il loro dissenso fischiando ancora una volta ‘God save the Queen' in entrambi gli appuntamenti. Per poi, però, osservare rigorosamente il minuto di silenzio imposto dalla FA per la scomparsa della Regina Elisabetta.

La storia del Liverpool sul fischiare l'inno nazionale deriva da un sentimento anti-establishment di lunga data all'interno della città e da un sentimento di polemica feroce con il governo britannico, che coinvolge loro malgrado gli appartenenti alla famiglia reale. I tifosi del Liverpool fischiano l'inno nazionale sin dagli anni '80, iniziato come protesta contro il Governo, in particolare durante il declino della città gestito dall'allora primo ministro Margaret Thatcher.

Una frattura che non è l'unica, visto che la Gran Bretagna era stata scossa nei giorni precedenti l'incoronazione da un'altra forma di protesta allo stadio, da parte dei tifosi del Celtic che si erano spinti ben oltre semplici fischi o cori per coprire l'inno: era successo durante l'ultima finale della Coppa di Scozia tra Celtic e Rangers giocatasi a Glasgow a Hampden Park, quando dalle tribune si alzò un poco elegante "l'incoronazione ficcatela nel c***"

Sui fatti di Liverpool è intervenuto a post match anche il tecnico tedesco, Jurgen Klopp provando a contenere le polemiche attorno alla scelta dei tifosi: "Esiste la libertà di parola e ciò significa anche libera opinione. Era chiaro che sarebbe successo qualcosa del genere, penso che lo sapessero tutti. Detto questo, non è successo nient'altro, e non c'era nessun tipo di canto contro o qualcosa del genere. È avvenuto semplicemente che le persone hanno mostrato i loro sentimenti. Non so esattamente cosa riguardi, ma la gente del Liverpool in passato non è mai stata sempre contenta di come veniva gestita la città o il club, quindi l'hanno fatto".

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