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I giocatori dell’Everton si allenano senza cappelli sotto la neve: colpa delle regole di Sean Dyche

La bufera di neve travolge il centro di allenamento dell’Everton, ma i giocatori scendono in campo senza cappelli: è una regola imposta da Dyche.
A cura di Ada Cotugno
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Il centro di allenamento dell'Everton è stato travolto dalla tempesta Larisa che ha portato freddo e neve in tutto il Regno Unito, ma Sean Dyche è rimasto fedele alle sue rigide regole: nessun giocatore ha potuto indossare un cappellino di lana per proteggersi.

Le immagini ritraggono i Toffees intenti ad allenarsi nel bel mezzo di una bufera di neve, come gran parte dei club della Premier League che negli ultimi giorni sono stati costretti a convivere con condizioni meteorologiche avverse.

A differenza degli altri, i giocatori dell'Everton sono scesi in campo senza cappelli di lana o scaldacollo per proteggersi dal gelo. Il motivo di tale scelta è da ritrovare nelle ferree regole dettate da Dyche dal giorno del suo arrivo.

L'allenatore infatti ha rivelato che proibisce ai suoi giocatori di indossare qualsiasi capo di abbigliamento che non sia ammesso anche durante le partite: le sciarpe e i cappelli quindi sono completamente banditi, anche in caso di neve.

L'unica eccezione è rappresentata dai guanti indossati da alcuni giocatori (ammessi anche nel corso delle gare) e dai pantaloni lunghi che Dominic Calvert-Lewin e James Tarkowski hanno avuto il permesso di portare al posto dei classici pantaloncini.

"Ti alleni come giochi. Come puoi allenarti come giochi se indossi 14 scaldacollo, 15 cappelli e i leggings?", aveva commentato Dyche al suo arrivo a proposito delle rigide regole da rispettare al centro sportivo.

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Neanche la straordinaria bufera di neve ha concesso ai giocatori dell'Everton un piccolo strappo alla regola in una situazione più unica che rara in tutta la Premier League.

Dyche però può contare su una fama da grande temerario in circostanze simili: nel 2021, quando era alla guida del Burnley, una partita fu rinviata a causa della neve che aveva reso impraticabile il campo per quel pomeriggio.

Nella consueta ispezione del prato l'allenatore si presentò in maniche di camicia nel mezzo della bufera, senza prestare attenzione alla neve che lo circondava. Anzi, mentre il resto del suo staff rischiava il congelamento, sul suo volto comparve un sorriso, da vero uomo di ghiaccio.

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