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Era più forte di Buffon, oggi la condanna per droga: la storia di Caterini, l’ex numero 1 prodigio

Marco Caterini ex della Roma e della Nazionale aveva bruciato le tappe, considerato all’epoca più forte di Buffon. Ora lo attende una risalita dopo la condanna per spaccio di stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
A cura di Marco Beltrami
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Caterini e Buffon (documentario Zero a Zero di Paolo Geremei)
Caterini e Buffon (documentario Zero a Zero di Paolo Geremei)

Il sogno dorato di sfondare nel mondo dello sport va coltivato giorno dopo giorno a suon di sacrifici e scelte, anche drastiche. Le doti tecniche e fisiche che "madre natura" dona generosamente, non bastano e tutto può cambiare in un attimo: se le scalate possono essere rapide, ancor più veloci possono rivelarsi le cadute. Un percorso insomma in cui bisogna saper tenere botta, soprattutto nei fisiologici momenti difficili, quando le cose non vanno come da aspettative. Sono tante infatti le storie di atleti che sembravano destinati ad una carriera radiosa, e invece si sono persi per strada. Una di queste, è quella di Marco Caterini, uno che a livello giovanile sembrava avere le proverbiali stigmate del campione ed era considerato più forte di Gigi Buffon.

A Roma il suo nome non lascia indifferenti negli ambienti vicini alla squadra giallorossa. Marco che oggi ha 45 anni, in giovane età era un portiere di grande prospettiva, e si era ritagliato uno spazio importante che gli aveva permesso anche di arrivare in Nazionale. Questo ragazzo cresciuto nelle giovanili della Roma, aveva fatto la classica trafila nelle selezioni under bruciando le tappe e dimostrandosi una certezza con i pali. Tanti i successi a cui aveva partecipato tra cui Scudetto Allievi, Coppa Italia Primavera e Torneo Internazionale di Parigi, e che gli avevano permesso anche di rientrare nel giro azzurro. A 14 anni l'esordio in Nazionale Under 15, con 5 presenze all'attivo, e la soddisfazione di aver difeso anche i pali dell'Under 16.

La formazione dell'Italia Under 16 a Wembley
La formazione dell'Italia Under 16 a Wembley

Proprio con questa squadra, si tolse la soddisfazione di giocare a Wembley contro l'Inghilterra, con Totti come compagno di squadra e Gigi Buffon relegato in panchina, non proprio uno qualsiasi. Al suo attivo anche due presenze nell'Italia Under 18, con le cose che però purtroppo poi non hanno preso la piega sperata. Qualche infortunio di troppo, il mancato rinnovo del contratto con la Roma e l'addio al "calcio che conta" per Caterini, che ha giocato poi nelle categorie inferiori, fino ai Dilettanti.

La sua storia, insieme a quella di tanti altri giocatori poi non "sbocciati" è stata trattata nel documentario “Zero a Zero” del regista Paolo Geremei del 2013. Nello stesso i suoi ex allenatori parlano di lui in termini entusiastici, e vengono citate anche alcune sue dichiarazioni, in cui c'era spazio anche per il dualismo con Buffon: "Marco era un portiere di livelli stratosferici. Mi diceva all’epoca aveva fatto un calcolo: ‘Da 0 a 15 anni sono il portiere più forte d’Italia. Buffon è più abile con i piedi ed è molto alto quindi mi prenderà il posto, ma se da 0 a 15 sono il più forte arriverò ad essere il secondo, il terzo, il decimo, al più il 40°, ma non posso pensare di non farcela'. Invece poi la vita ti porta su altre strade: non gli viene rinnovato il contratto e si ritrovò a ripartire da zero". La sua ultima soddisfazione? Quella di ritrovare da avversaria la "sua" Roma, da portiere del Fiumicino in amichevole e parare un rigore a Paulo Sergio.

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Il nome di Marco Caterini purtroppo negli ultimi giorni è tornato attuale per una storia che con il calcio non ha nulla a che fare. L'ex portiere che si è poi dedicato anche all'attività di geometra e di perito assicurativo, ha dovuto fare i conti con la dipendenza da cocaina, ed è stato poi condannato ad un anno e sei mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena come riportato da Il Messaggero, per spaccio di stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. I fatti risalgono allo scorso giugno, quando fu sorpreso e fermato da due agenti in borghese, mentre era intento a vendere cocaina.

Durante l'udienza Caterini ha spiegato l'accaduto, e la sua reazione che ha causato traumi e due giorni di prognosi ad un agente: "In quel momento io ero in uno stato di alterazione e, spaventato di vedere di nuovo il maresciallo che mi aveva fermato un mese prima, ho avuto istintivamente la reazione di fuggire. Nel fuggire sono inciampato più volte fino a ritrovarmi a terra. A quel punto sono stato afferrato ma mi sono dimenato, strattonando, per riuscire a liberarmi e sono scappato. Poi mi sono reso conto che non ero più inseguito e che avevo perso il portafoglio con i miei documenti, quindi probabilmente era sufficiente quello per identificarmi".

Dopo aver lasciato nove involucri contenenti cocaina, di cui ha poi ammesso di essere proprietario, Caterini è stato raggiunto, arrestato e messo ai domiciliari con la revoca della sentenza alla luce della non pericolosità del soggetto "stravolto" dall'effetto delle sostanze stupefacenti: "La mia vita si è spostata nei quartieri di spaccio di Roma, come San Basilio, Tor Bella Monaca, Quarticciolo, e da consumatore assiduo ho finito per venderla. Spacciavo il minimo delle dosi necessarie per potermi tenere la mia". Ora è iniziata la risalita, anche grazie al percorso di riabilitazione presso il Servizio per le Tossicodipendenze: "La mia volontà è quella di rimanere un uomo e un padre lucido e disintossicarmi definitivamente, ci sto lavorando".

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