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Entra in campo e punta una pistola contro il guardalinee: calciatore squalificato a vita

Un calciatore ungherese si è alzato dalla panchina ed è entrato in campo puntando una pistola all’assistente dell’arbitro durante un match di campionato. L’assurdo gesto è stato immortalato in una foto che è diventata virale: l’uomo è stato squalificato a vita e suo carico è stato anche aperto un procedimento penale con le accuse di molestie e minacce.
A cura di Michele Mazzeo
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Una foto divenuta virale sui social network ha portato alla luce un assurdo episodio verificatosi lo scorso weekend in un campionato minore del calcio ungherese. L'immagine immortala un uomo che, con giacca e tuta della squadra ospite, entra sul terreno di gioco e punta una pistola contro l'assistente dell'arbitro voltato di spalle. Sembrava la scena di un film e invece si è poi scoperto che era realmente accaduto durante il match del campionato riserve tra il Pér LSE e il Tényő SE quando la foto è arrivata al papà del guardalinee contro cui era puntata l'arma che lo ha fatto notare al figlio.

A quel punto quest'ultimo che, come gli altri componenti della terna arbitrale, durante la gara non si era accorto di ciò che succedeva davanti alla panchina ospite, ha segnalato la cosa alla sezione d'appartenenza che, a sua volta, ha informato la Federcalcio ungherese e sporto denuncia alla polizia contro l'uomo che è stato poi identificato nel calciatore Krisztián Tóth.

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L'esperto giocatore si è difeso dicendo che si trattava di una pistola giocattolo e che era soltanto una goliardata: "Le mie azioni erano chiaramente uno scherzo, non avevo alcuna intenzione di fare del male a nessuno! La pistola era del figlio di uno dei giocatori in campo, è solo una pistola giocattolo di plastica, niente di speciale. In quel momento, non mi è nemmeno venuto in mente quali potrebbero essere le conseguenze di uno scherzo spericolato, di cui mi sono subito pentito. Mi dispiace molto, è stato estremamente stupido causare problemi agli altri, a me stesso e allo sport" ha detto infatti il calciatore intervistato dal quotidiano locale Kisalföld.

Le giustificazioni fornite dall'uomo non hanno però convinto la Federcalcio ungherese che ha deciso di punire l'insano gesto con la massima sanzione applicabile dalla giustizia sportiva: Krisztián Tóth è stato infatti bandito a vita da tutte le attività legate al calcio. Ma non solo, i guai per lui potrebbero non essere finiti lì dato che la polizia ha avviato un procedimento penale a suo carico con l'accusa di minacce e molestie.

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