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E’ un’Atalanta da rimonta: è specialista nel ribaltare il risultato, lo dicono i numeri

Con la vittoria sulla Roma, ribaltando lo svantaggio iniziale (da 0-1 a 2-1) l’Atalanta ha confermato il proprio vezzo, di vincere ribaltando le partite. Era già accaduto contro Spal, Udinese, Fiorentina e Verona. C’è anche un lato oscuro: la difesa subisce troppi gol e l’approccio ai match è spesso sbagliato. Particolari che in Champions possono fare la differenza.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' un'Atalanta di rimonta, che convince e vince. Soprattutto quando va in svantaggio. Al momento, infatti, 4 volte su 10 gli orobici scherzano con gli avversari di turno: lasciano giocare, passano in svantaggio, illudono. Poi, decidono di fare sul serio, iniziando a giocare come sanno e ribaltano il verdetto finale, prendendosi l'interna posta. E' accaduto contro la Spal, contro il Verona, la Fiorentina, l'Udinese e sabato sera contro la Roma. Dove la rete del successo (2-1 dallo 0-1) è stata siglata da Mario Pasalic che ha anche segnato il terzo gol più veloce di sempre in Serie A da parte di un subentrato.

Tutti i ribaltoni da inizio stagione

Prima di questa sera contro la Roma davanti al proprio pubblico, l'Atalanta aveva già compiuto altre rimonte ‘piene', con 3 punti poi conquistati al 90′. Sono arrivate contro l’Udinese (nell'incredibile da 0-1 a 7-1), contro il Verona (da 0-1 a 3-2) e sabato scorso a Firenze (da 1-0 a 1-2). A questi successi si devono aggiungere i pareggi – sempre in rimonta – contro la Fiorentina all’andata (da 0-2 a 2-2), a Napoli (da 1-0 a 2-2) e a San Siro contro l’Inter (da 1-0 a 1-1).

4 volte su 10, il successo arriva in rimonta

Conti alla mano e statistiche sott'occhio, è facile capire la percentuale dell'"effetto rimonta" per l'Atalanta pari al 40% dei punti fino ad oggi conquistati. Una capacità di far propria le partite che però ha anche un lato oscuro che potrebbe essere pagato pesantemente. Andare spesso in svantaggio significa anche non avere la mentalità giusta con cui scendere in campo.

L'altra faccia della medaglia

Un approccio sbagliato, al quale dover porre rimedio a partita in corso. E significa anche  – e soprattutto – subire troppi gol. Se infatti gli orobici vantano il miglior attacco del torneo (63 reti all'attivo) la difesa subisce troppo, avendo incassato più del doppio (34) delle reti fatte. Se ciò può essere controllato in un campionato, dove ci sono molti match su cui fare riferimento, questa attitudine potrebbe essere pagata pesantemente in Champions League dove il dettaglio fa la differenza. E contro il Valencia sarà un peccato mortale cadere nel tranello della vittoria con rimonta.

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