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Caso Juve, le news su plusvalenze e stipendi

Dybala contrario al taglio stipendi della Juve: “I senatori cercavano accordo tra società e gruppo”

La manovra stipendi della Juventus è finita sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti ed è uno dei punti su cui si basa l’inchiesta sui bilanci della società di via Druento. Nelle ultime ore è emersa la testimonianza dell’ex bianconero Dybala.
A cura di Vito Lamorte
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La notizia della riapertura del processo sulle plusvalenze per la Juventus e altri 8 club, con la data del 20 gennaio che sarà uno spartiacque per la richiesta della Procura FIGC, non ha fermato l'inchiesta Prisma sui bilanci della Juventus. Uno dei filoni più delicati si concentra sulle manovre che riguardano gli stipendi, ovvero il taglio e la riduzione dei costi in due bilanci della società bianconera.

La Juventus nei primi mesi del Covid aveva annunciato un accordo con i calciatori, che non avrebbero percepito quattro mensilità e questa scelta permetteva al club di risparmiare ben 90 milioni di euro. Per gli inquirenti, così come confermato anche dalla versione dei calciatori, la rinuncia era stata di una sola mensilità e successivamente è stato confermato un accordo col gruppo squadra, da non menzionare in interviste e da non comunicare a nessuno, che tre delle quattro mensilità ufficialmente rifiutate sarebbero rientrate come bonus in aggiunta alle mensilità successive.

In merito a questa situazione nelle scorse ore il quotidiano La Repubblica ha pubblicato alcune delle dichiarazioni rese da Paulo Dybala ai pm che fanno parte del faldone su cui sta lavorando la Procura di Torino. L'attaccante argentino, che oggi è alla Roma, ha raccontato la scorsa primavera i dettagli relativi alla prima manovra, firmata sui moduli federali di rinuncia a 4 mesi ma con una scrittura privata segreta che ne restituiva tre: "Io ero contrario e con me gli stranieri. I senatori cercavano di trovare un accordo tra la società e il gruppo. Alla fine sono loro che comunicano alla società la decisione della squadra" di accettare, "questa era una cosa molto strana".

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L'attaccante argentino ha confermato che un anno dopo è arrivata una nuova manovra stipendi che non convinceva del tutto i giocatori della rosa bianconera: "Tutti avevamo dubbi. Era strana una seconda richiesta, molti hanno lasciato ai procuratori la scelta. Poi non cambiava nulla, era solo spostare i soldi. Se vai via, te li danno comunque… Era solo uno spostamento in avanti".

Per chi non avesse bene presente il quadro della situazione, ci sarebbe un'incongruenza tra la comunicazione ufficiale e quanto emerso tra intercettazioni e indagini supplementari, oltre alle testimonianze dei giocatori che hanno fatto muovere la Consob e la Procura di Torino. Si tratta di una manovra irregolare? Un pagamento può essere slittato ma a questo non deve corrispondere un posticipo dei costi o, quantomeno, nel bilancio dovrebbe esserci una traccia della manovra effettuata.

La Juve sostiene che non vi fosse certezza dell'obbligo di corresponsione della quota non ancora versata e che questa era subordinata alla ripresa o alla disputa dei campionati, ai tempi ancora incerta. La società ha continuato a sostenere questa tesi anche dopo le dimissioni in blocco del Consiglio d'Amministrazione, come riportato dai comunicati ufficiali, ma le indagini stanno andando avanti. Intanto il 30 novembre 2022 i PM della Procura di Torino hanno chiesto al gip il rinvio a giudizio dell'ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e di altri undici dirigenti del club più la società intesa come persona giuridica.

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