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Cosa succede ora ai calciatori di Mino Raiola, un patrimonio tecnico da oltre 700 milioni

Mino Raiola è stato capace di creare un vero e proprio impero nel mondo del calcio, avvalendosi di pochi ma fidati collaboratori. Ecco cosa potrebbe succedere ora alla sua scuderia.
A cura di Marco Beltrami
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Mino Raiola ha lasciato un segno indelebile nel mondo del calcio. Nelle ultime ore sono stati innumerevoli i messaggi per il procuratore, scomparso a 54 anni dopo una lunga battaglia contro la malattia. In primis quelli dei calciatori che Mino ha aiutato a crescere ed affermarsi e che hanno perso ora la loro guida. Cosa succederà ora, come si strutturerà la scuderia Raiola? L'unica certezza è che l'eredità lasciata da Mino e quanto da lui seminato durante un'eccezionale carriera non andrà perduto. Già infatti nella nota con cui la famiglia ha annunciato la sua morte, si può leggere: "Il suo progetto di rendere il mondo del calcio un posto migliore per i calciatori sarà portato avanti con la stessa passione".

Raiola è il classico esempio di "self-made man", ovvero di uomo artefice della sua fortuna. Grazie alla sua lungimiranza, e alla sua abilità il classe 1967 di Nocera Inferiore è stato capace di creare un impero nel mondo del calcio. Una scuderia impressionante, che negli anni è stata capace di alzare sempre più l’asticella assicurandosi la gestione di alcuni dei calciatori più forti e promettenti del mondo. Da Nedved, a Pogba, da Ibrahimovic a Balotelli, passando per Donnarumma, Verratti, de Vrij, Kean, Gravenberch, Dumfries e così via, fino ai suoi attuali pezzi più pregiati Haaland e de Ligt. Attualmente il patrimonio tecnico del suo parco giocatori si aggira sui 700 milioni di euro.

Un rapporto costante, diretto e soprattutto umano con tutti i suoi calciatori per Mino Raiola che proprio per mantenere questo feeling unico e indissolubile e non dispersivo, ha creato negli anni una squadra che lavorava insieme a lui. Poche persone, ma tutte super fidate, capace di muoversi all'unisono come se fossero appunto il braccio destro del procuratore. Tutto partiva dalla sede di Montecarlo, una location spartana ma accogliente e vero centro dell'universo Raiola, che si estendeva poi anche attraverso Irlanda e Inghilterra. Diverse le società che rientravano sotto la sua gestione come la Best Kick Sports Limited, la Topscore Sports Limited, la ISport WorldWide Ltd, la Uuniqq, la Sportman, e la Blue Brands Limited.

Diversi i collaboratori pronti ad operare nelle varie zone del mondo, ma pochi i componenti fissi della squadra Raiola, quelli a cui Mino consentiva anche di fare le sue veci. Una figura fondamentale in tal senso è il cugino Vincenzo Raiola, che si è focalizzato soprattutto sul mercato italiano. È stato lui negli ultimi tempi, quelli in cui il "re dei procuratori" ha dovuto combattere contro la malattia, a gestire molte delle situazioni lavorative più calde. Solo pochi giorni fa infatti, Enzo è stato a Torino, per incontrare la Juventus e parlare di de Ligt e Pellegrini, il cui futuro è tutto da scrivere.

Vincenzo Raiola alla Continassa nei giorni scorsi
Vincenzo Raiola alla Continassa nei giorni scorsi

Un altro personaggio chiave, che ha vissuto una simbiosi con Mino Raiola negli ultimi difficili mesi è stata Rafaela Pimenta. L'ex docente di diritto internazionale all'Università di San Paolo, nonché avvocato, si è occupata della gestione legale  di tantissimi dei calciatori della scuderia Raiola (e non solo visto che indiscrezioni hanno rivelato anche della sua gestione anche dei social di alcuni di loro). Ultimo Haaland, che nella prossima estate potrebbe cambiare maglia a suon di milioni. È stata proprio la Pimenta, scoperta da Raiola in Brasile nel 2003 in un progetto legato ad una scuola calcio, a gestire alcuni degli incontri per valutare il futuro del talento norvegese. Sono dunque Vincenzo Raiola e Rafaela Pimenta ora i principali indiziati a guidare la squadra che ha perso il suo creatore e leader.

L'impero Raiola dunque andrà avanti, anche perché Mino ha seminato bene. Di certo non sarà semplice fare le veci del procuratore soprattutto alla luce delle sue doti umane e della concorrenza spietata. Raiola infatti ha fatto dell'empatia e della capacità di stabilire un feeling con i suoi assistiti un fattore. Qualità che difficilmente si possono imparare in quanto innate, al contrario di quelle gestionali o legate alle pratiche amministrative. Di certo la volontà di far germogliare ultimamente il lavoro del "re dei procuratori" sarà comunque uno stimolo importante.

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