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Cosa è cambiato nella Juventus di Allegri per arrivare a questa incredibile metamorfosi

Cosa è cambiato nella Juventus fino a portare i bianconeri al terzo posto in classifica in Serie A. La squadra di Allegri ha avuto un cambiamento radicale nel modulo ragionando soprattutto sulle caratteristiche di alcuni giocatori.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Come ha fatto la Juventus a trovarsi al terzo posto in classifica dopo un inizio di stagione così disastroso? È la domanda che continuano a farsi i tifosi bianconeri e anche quelli delle altre squadre coinvolte per un posto nelle zone alte delle classifica che dopo il 3-0 dei bianconeri sulla Lazio hanno rivisto quel gruppo affamato che per diversi anni ha dominato il nostro campionato italiano. Il volto della Juventus è cambiato dal quel 15 ottobre 2022 quando il derby contro il Torino ha riportato il sorriso sul volto di Bonucci e compagni a seguito di un inizio già difficile in Champions League. Da quel momento è iniziata la scalata in classifica che ha portato la Juventus a vincere sei partite consecutive in Serie A senza mai subire gol.

Un rendimento incredibile che è andato di pari passo con l'evoluzione di una squadra che Allegri ha dovuto cambiare più volte in corso d'opera prima di trovare l'incastro perfetto. Gli equilibri di un ritorno alla difesa a tre in cui spesso cambiano gli interpreti e l'evoluzione del gioco sugli esterni, specie sulla sinistra con Kostic e delle verticalizzazioni di un Rabiot assolutamente sublime, sono alla base di una crescita esponenziale dei bianconeri che hanno poi trovato in Kean un "nuovo acquisto" perfetto capace di migliorarsi anche nel fisico pur di mettersi a disposizione di Allegri nelle migliori condizioni possibili.

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Le assenze in contemporanea di Chiesa, Pogba, Di Maria a cui si sono aggiunti per infortunio anche Bremer e Vlahovic a un certo punto della stagione, hanno complicato, e non poco, i piani di Allegri. L'allenatore toscano ha dovuto rivedere i suoi iniziali programmi provando a creare una Juventus diversa ma con un'identità ben precisa: un ritorno al passato. La difesa a tre è stata la base da cui ripartire in modo da valorizzare al meglio il rendimento di esterni del calibro di Kostic e Cuadrado capaci di diventare a dir poco pericolosi in fase offensiva. Il centrocampo ha un nuovo leader come Rabiot che è l'unico capace di trasformare un'azione da difensiva in offensiva, proprio come accaduto contro la Lazio con il recupero palla su Milinkovic-Savic.

Per non parlare dell'intuizione di Allegri di affidare a Fagioli le chiavi del reparto al fianco dello stesso francese e di Locatelli. Il giovane talento dei bianconeri si è rivelato fondamentale negli automatismi tattici dell'allenatore che gli ha dato ampia libertà di manovra sfruttandolo soprattutto come giocatore d'appoggio alle giocate sugli esterni. Allegri si è dunque affidato a una squadra solida che ha mostrato gli artigli nel momento del bisogno. Non c'è un vero segreto in questa nuova Juventus che ha concluso al meglio il 2022, ma c'è semplicemente l'intuizione del suo allenatore di aver capito su quali giocatori puntare di più esaltandoli in un modulo a loro più congeniale.

Ecco perché i vari Kostic e Fagioli, al pari di Rabiot si stanno esprimendo al meglio dando alla Juve la possibilità di giocarsi una seconda parte di stagione da protagonista. Gli esterni come arma in più dunque in attesa del ritorno completo di Chiesa che già ieri ha dimostrato di essere pronto a fare quel tipo di ruolo sfornando il primo assist a Milik nel 3-0 rifilato ai biancocelesti.

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