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Coronavirus, Tommasi: “Il taglio degli stipendi dei calciatori? Vedremo”

Il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori non ha chiuso la porta di fronte alla decurtazione del 15% degli ingaggi: “Il tema della sostenibilità del sistema calcio durante e dopo questa crisi globale è ovviamente di estremo interesse per tutti quelli che vivono in questo sistema, calciatori compresi”.
A cura di Alberto Pucci
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Mentre l'Italia è alle prese con la dura guerra contro il Coronavirus, il mondo del calcio s'interroga sul futuro e sulle conseguenze del Covid-19. Di fronte a tornei bloccati e ad eventi addirittura cancellati o rinviati, il danno economico per le società di calcio comincia a farsi sentire al punto che in molti hanno già avanzato l'ipotesi di un possibile taglio degli ingaggi dei calciatori. "Il tema della sostenibilità del sistema calcio durante e dopo questa crisi globale è ovviamente di estremo interesse per tutti quelli che vivono in questo sistema, calciatori compresi", ha fatto sapere Damiano Tommasi.

"Tutti abbiamo l'interesse che l'equilibrio economico venga preservato e proprio per questo dobbiamo valutare tutti gli elementi del momento – ha continuato il presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, in un'intervista concessa all'Ansa – Mancati introiti, rinvio delle competizioni, cancellazione di eventi, contributi governativi, aiuti federali, sostegno delle istituzioni internazionali. Tutti questi elementi ci diranno quale sarà il ruolo dei calciatori".

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Il sistema calcio aspetta l'assist del Governo

Davanti ad un'emergenza globale, che ha messo in ginocchio il nostro paese e causato centinaia di morti, il numero uno dell'AIC non ha dunque chiuso la porta di fronte ad una possibile riduzione degli stipendi dei calciatori: un argomento che molti protagonisti del nostro calcio faticano ancora a digerire: "Abbiamo bisogno di sostegno da parte del Governo – ha aggiunto Umberto Calcagno, vice presidente dell'Associazione Italiana Calciatori – Il calcio paga 1 miliardo di tasse allo Stato. È importante che qualcosa, in un momento del genere, venga restituito per aiutare il sistema. Tutta la federazione viaggia compatta su questo fronte".

Decurtare del 15% lo stipendio dei calciatori potrebbe essere un'idea, anche se non deve passare come un'imposizione. È questo il parere di Marco Tardelli, candidato alla presidenza AIC: "Non credo sia obbligatorio chiedere ai calciatori di decurtarsi lo stipendio e non è giusto imporlo – ha spiegato al ‘Corriere dello Sport – ma rinunciare a qualcosa potrebbe però essere un segnale di vicinanza per i tifosi e per i cittadini che soffrono".

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