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Coronavirus, il Piacenza sospende gli allenamenti del settore giovanile

Il Piacenza calcio ha deciso di sospendere a scopo precauzionale gli allenamenti del proprio settore giovanile. Il club annovera ragazzi che in maggioranza arrivano dal bacino di Codogno (dove è stato riscontrato il caso grave del 38enne risultato positivo al Coronavirus) e Castiglione d’Adda. “Nessun allarmismo ma abbiamo raccolto l’invito delle autorità locali”.
A cura di Maurizio De Santis
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Sospesi gli allenamenti del settore giovanile, si valuta anche il rinvio delle gare di campionato. Lo ha deciso il Piacenza Calcio a scopo precauzionale: il club che milita in Serie C annovera tra le proprie fila ragazzi che in maggioranza arrivano dal bacino di Codogno (dove è stato riscontrato il caso del 38enne risultato positivo al Coronavirus) e Castiglione d'Adda. Le difficoltà logistiche e la necessità di limitare al massimo gli spostamenti – come raccomandato dalle autorità in queste ore – hanno spinto la società a prendere questo provvedimento. Non c'è volontà di alimentare allarmismo, fa sapere la dirigenza piacentina, ma solo di rispettare alcune prescrizioni.

Non creiamo alcun allarmismo – ha ammesso il direttore generale degli emiliani Marco Scianò – ma se abbiamo scelto di sospendere gli allenamenti del settore giovanile è perché ci sono molti ragazzi e del personale provenienti da quella zona. E per una questione logistica abbiamo raccolto l’invito delle autorità.

Cosa sta succedendo? Il Comitato Regionale della Figc Lombardia, in accordo con il Ministero della Salute, ha deciso nelle ultime ore di rinviare fino al 24 febbraio tutte le gare in programma dei campionati dilettanti in seguito al ricovero in Terapia Intensiva dell'uomo che versa in gravi condizioni nell'ospedale di Codogno. È il primo cittadino italiano che ha contratto il morbo propagatosi dalla Cina: risulta contagiata anche la moglie incinta, attualmente ricoverata al "Sacco" di Milano.

Oltre ai coniugi, sarebbero ancora tre le persone giunte nel nosocomio: si tratta di un amico del 38enne, del medico di base che lo aveva visitato e adesso ha la polmonite (ma non è chiaro se ha contratto ed è positivo al morbo), e un'altra persona tornata dalla Cina il 21 gennaio scorso ma finora risultato negativo ai test.

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