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Cori contro De Laurentiis coperti da fischi sparati dalle casse del Maradona: surreale a Napoli

Cori di addio per il capitano e altri tutt’altro che incoraggianti per il presidente, De Laurentiis. Al “Maradona” il pubblico si divide nel giorno dell’addio di Lorenzo Insigne. E dagli altoparlanti rimbombano strani sibili.
A cura di Maurizio De Santis
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Insigne in campo per il saluto ai tifosi del Napoli. Il presidente De Laurentiis lo tiene per mano.
Insigne in campo per il saluto ai tifosi del Napoli. Il presidente De Laurentiis lo tiene per mano.

Cori di osanna e di addio per il capitano, Lorenzo Insigne. Cori, ma di ben altro tenore, quelli che buona parte del "Maradona" ha riservato al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Nella domenica dell'addio del 24 azzurro al suo stadio gli umori della tifoseria sono lo specchio del malessere e di una situazione surreale: la squadra è tornata in Champions League dopo due anni ma non c'è soddisfazione che tenga rispetto alla delusione (fortissima) di aver ceduto di schianto nella corsa scudetto; ancora una volta al massimo dirigente perdonano nulla. È un rapporto strano, di odio (strisciante) e amore (smorzato) nonostante il club sia stabilmente lassù, a lottare per posizioni di vertice.

La vittoria contro il Genoa blinda il terzo posto davanti alla Juventus, in pochi ci avrebbero scommesso a inizio stagione a giudicare dalle griglie per il titolo. Eppure la formazione di Spalletti è riuscita a sovvertire tutti i pronostici e a regalarsi una stagione andata oltre le più rosee aspettative nonostante non abbia fatto mercato e si sia limitata a poche operazioni al risparmio.

Il malumore nei confronti di De Laurentiis, però, è la spia di un malcontento che arriva da lontano. Qualcosa che è rimasto come fuoco che cova sotto la cenere. Non è solo acrimonia di queste ultime settimane. Lo testimonia anche l'ennesimo episodio che prescinde dagli striscioni apparsi in città e che hanno preso di mira un po' tutti. È successo quando – poco prima del fischio d'inizio della partita con i liguri – Insigne ha fatto il suo ingresso in campo assieme ai compagni di squadra, al tecnico Spalletti e al massimo dirigente che lo ha tenuto anche per mano.

In quel momento, e anche durante la consegna di un premio simbolico, sono partiti cori di contestazione nei confronti del patron. Cori che sono stati coperti dai fischi sparati dalle casse del "Maradona". Un'atmosfera incredibile, pazzesca, inspiegabile per un osservatore esterno e che la dice lunga su come senza una pace e un ambiente finalmente compatti difficile si riuscirà ad andare lontano. "Abbiamo collezionato momenti indimenticabili, ho sempre dato tutto ciò che avevo", le parole che il capitano legge con la voce rotta dall'emozione. Ed evita qualsiasi forma di polemica con la società. "Ho fatto la mia scelta e la società la sua. Stiamo bene così. Voglio solo godermi questo momento", dice in tv Insigne.

Il capitano del Napoli durante il giro di campo per salutare il suo pubblico.
Il capitano del Napoli durante il giro di campo per salutare il suo pubblico.

Lascia tutto alle spalle e guarda avanti. Non c'è altro da fare al momento. "Se non dovesse trovarsi bene nella casetta in Canada allora lo riaccoglieremo a braccia aperte a Napoli", il saluto del presidente concesso al capitano qualche giorno prima del match di campionato. Qualcosa di diverso rispetto a quel "se vuole andare via ce ne faremo una ragione" ripetuto in precedenza nel periodo più caldo del tormentone sul rinnovo e dell'offerta fatta al ribasso. Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto. Chi ha dato, ha dto, ha dato. Scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá!

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