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Come Sarri ha ingabbiato il Napoli e Spalletti: possesso palla all’avversario e la mossa Vecino

Sarri ha ingabbiato il Napoli e Spalletti in poche mosse: possesso palla ceduto all’avversario e la mossa Vecino in mezzo al campo per creare problemi al gioco della capolista.
A cura di Vito Lamorte
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La Lazio ha vinto in casa della capolista Napoli e per qualche ora sarà seconda in classifica da sola. La squadra biancoceleste è riuscita a fermare la corsa della squadra di Luciano Spalletti, che non incappavano in un risultato negativo dall'eliminazione in Coppa Italia contro la Cremonese.

Immobile & co hanno giocato una gara di grande applicazione e sacrificio, di intelligenza e di umiltà, di fronte ad una squadra che sta facendo stropicciare gli occhi in Italia e in Europa. Maurizio Sarri, ex mai dimenticato all'ombra del Vesuvio, ha disegnato una Lazio stretta e corta, creando non poche difficoltà alla squadra partenopea per trovare spazi nella metà campo offensiva.

Nessuno si sarebbe aspettato che la Lazio lasciasse il possesso palla e il dominio territoriale al Napoli ma è proprio così che i capitolini sono riusciti a portare a casa un risultato clamoroso: grande tenuta mentale e concentrazione per 90′, possesso palla ceduto volutamente all'avversario e grande velocità nel palleggio per uscire da situazioni complicate e ribaltare il campo. Al fischio finale le percentuali di possesso dicono Napoli 65% e Lazio 35%.

La Lazio ha chiuso ogni spazio centrale e il Napoli è stato costretto a ripetuti ampi cambi di gioco da parte dei centrali difensivi anche perché Lobotka era costantemente schermato da Immobile e rinchiuso tra i tre di centrocampo.

Sarri l'ha preparata così, sporcando il palleggio napoletano e tenendo la squadra corta e stretta: l'idea che si è vista fin da subito era quella di far giocare i centrali, rallentando il gioco, e lasciando che Kvaratskhelia e Osimhen rimanessero isolati tra le maglie biancocelesti.

Soffermandoci più sulla fase difensiva, la gabbia costruita da Sarri attorno a Osimhen non ha funzionato sempre ma si è rivelata efficace perché l'attaccante nigeriano non è stato mai in grado di sprigionare la sua potenza e solo su palla da fermo è andato vicino al gol. Ottima prestazione di Romagnoli e Patric, che pur con qualche sbavatura non si è mai fatto saltare.

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Un'altra mossa che si è rivelata positiva è quella di piazzare Matias Vecino davanti alla difesa al posto di Danilo Cataldi. L'ex calciatore dell'Inter è meno regista del suo compagno ma in questa gara Sarri non aveva bisogno di un uomo d'ordine, aveva necessità di un uomo ovunque e l'urugaguio è stato proprio questo: sempre pronto al raddoppio, lotta sulle seconde palle e pressione sui portatori di palla.

Se a questo poi si aggiunge la qualità negli inserimenti e la propensione dal gol del numero 5 biancoceleste, ecco che la scelta di farlo giocare titolare ha trovato la giusta ricompensa anche nel gol decisivo.

Proprio il centrocampo è stato la chiave di questa vittoria con il grande lavoro di rottura e cucitura di Milinkovic-Savic, Luis Alberto e Vecino; oltre a Romagnoli che ha dettato ogni singolo movimento della retroguardia.

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Maurizio Sarri ha vinto una partita importantissima per la lotta Champions e si è preso la soddisfazione di vincere in casa della sua ex squadra sconfessando, praticamente, il ‘Sarrismo': la Lazio ha lavorato sui punti di forza del Napoli e li ha disinnescati con idee chiare e situazioni di gioco preparate in settimana. Spalletti non può rimproverarsi molto, ma dovrà capire se il ritmo tenuto dai suoi per larga parte della gara fosse solo dovuto al lavoro fatto dalla Lazio oppure sia frutto di un leggero calo fisico e mentale. Ce lo diranno i prossimi match.

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