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Cassano svela chi è stato il suo capitano più grande, né Totti né Zanetti: “Raul unico al mondo”

Antonio Cassano ha raccontato cosa faceva Raul al Real Madrid: “Non ho mai visto uno come lui”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Antonio Cassano nella sua carriera ha avuto la fortuna di giocare in squadre fortissime e di grande prestigio: Roma, Milan, Inter, Real Madrid. A parte quella coi giallorossi, durata cinque anni, le altre tre esperienze sono state brevi (una sola stagione), ma hanno comunque consentito all'attaccante barese di farsi un'idea dello status del club e dei compagni con cui condivideva lo spogliatoio.

L'ultimo intervento di Cassano alla BoboTV, in cui il 40enne di Bari Vecchia ha esaltato il Napoli e Spalletti che avevano appena centrato la storica qualificazione ai quarti di finale di Champions League, ha preso spunto dal passaggio del turno anche del Real Madrid – che ha fatto fuori nel doppio confronto il Liverpool – per cercare di far capire a tutti cosa sia il club merengue, ovvero qualcosa che sta sopra tutto e tutti: "Quando andavamo in ritiro in albergo, ognuno di noi stava in una suite da solo. Anche se eri un ragazzino di 16 anni appena convocato, avevi la suite tutta tua".

Cassano e Raul nella stagione vissuta assieme al Real Madrid
Cassano e Raul nella stagione vissuta assieme al Real Madrid

Cassano ha poi fatto altri esempi per spiegare cosa intendesse: "Le macchine ai miei tempi erano tutte Audi, lo  sponsor del Real Madrid. Il ragazzino che si aggregava per tutto l'anno alla squadra aveva la possibilità di prendere la macchina esattamente come Cassano, Ronaldo, Beckham, van Nistelrooy. Lì tutti quanti sono uguali, ma nessuno è uguale agli altri. Non gliene frega niente di nessuno, di chi tu sia. Sopra il Real Madrid non c'è niente. Se tu domani manchi di rispetto a un magazziniere o a un fisioterapista, ti mandano via. Lì sono tutti uguali".

Da lì si è passato a parlare di capitani. Cassano ne ha avuti davvero di grandissimi nella sua carriera: Francesco Totti alla Roma e Javier Zanetti all'Inter, ma anche Massimo Ambrosini al Milan, Daniel Andersson al Bari, Volpi e Palombo alla Sampdoria, Alessandro Lucarelli al Parma. Tutta gente di grande spessore e carisma, ma per lui c'è qualcuno che è stato di un'altra categoria, Raul: "Quando mi chiedono chi è il capitano più grande che ho avuto, per me Raul non aveva uguali al mondo, non ho mai visto uno come lui. Quando lui andava a parlare dei premi col club, lui non parlava mai di noi calciatori. Uno: trattativa per i magazzinieri, me lo ricordo bene. Due: trattativa per i fisioterapisti. Tre: per i dottori. Poi, come ultimi noi. Ci diceva: ‘Noi non abbiamo bisogno di soldi, se noi rendiamo dobbiamo dire grazie a queste persone che sono dietro le quinte, che sono più importanti di noi. Parlava poche volte, si allenava di più di tutti, arrivava alle 8 la mattina e andava via due ore dopo tutti. Il Real Madrid è questo, lui ha fatto 20 anni lì, è qualcosa di unico. Lì  tutti sono importanti, nessuno è indispensabile, chi sbaglia va casa".

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