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Arrivabene racconta le telefonate con Cherubini alla Juve: “Ma hai bevuto?”

Mentre la Juventus è in tournée negli Stati Uniti, la dirigenza bianconera è al lavoro sul mercato per completare la rosa a disposizione di Allegri. L’Ad Arrivabene ha spiegato come si arriva a prendere una decisione su un calciatore.
A cura di Paolo Fiorenza
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La Juventus è negli Stati Uniti per la sua tournée di preparazione alla nuova stagione – stanotte ha pareggiato 2-2 col Barcellona dopo aver battuto il Chivas 2-0 nel primo match – ma Allegri e i tifosi sanno bene che la rosa bianconera avrà ancora qualche ritocco in arrivo dal mercato. La risoluzione contrattuale con Ramsey e la sempre più probabile cessione di Arthur, col Valencia in pressing sul brasiliano, sono le mosse che dovrebbero permettere di portare a Torino Leandro Paredes per sistemare il centrocampo.

In attacco i bianconeri non mollano Morata, cercando di spuntare lo sconto dall'Atletico Madrid, e parallelamente sondano nuove piste come Firmino del Liverpool, che tuttavia i Reds non intendono cedere pur essendo il brasiliano a un anno dalla scadenza del contratto, con i vari Muriel, Werner e Martial sullo sfondo. Insomma la dirigenza juventina non se ne sta certo con le mani in mano dopo aver già preso Pogba, Di Maria, Bremer, oltre a Gatti già acquistato a gennaio e integrato solo adesso.

Come si arrivi in casa bianconera a prendere una decisione circa un nuovo acquisto lo ha spiegato qualche giorno fa l'Ad Maurizio Arrivabene, tutto viene fatto in maniera collegiale: "Come nasce un’operazione di mercato? Senza un protocollo preciso, perché sono tutte un po' differenti. Non c'è Maurizio, Federico, Pavel o Allegri che determinano una strategia. C'è un tavolo intorno al quale ci si mette e innanzitutto si valutano i numeri, perché oggi hanno una certa importanza, e da lì, insieme, si decide quale sarà la strategia. C'è chi vorrebbe comprarsi il mondo, chi è più prudente, però alla fine siamo molto uniti. Nel senso che si esce da quella stanza dopo ore di discussione condividendo assolutamente il nostro approccio sul mercato. Il silenzio sul mercato è frutto del nostro stile, ci muoviamo senza enfasi, ma a partire dal presidente sappiamo esattamente cosa vogliamo e come ottenerlo con una grande attenzione alla sostenibilità".

Arrivabene assieme al presidente Agnelli, al vicepresidente Nedved e al Ds Cherubini
Arrivabene assieme al presidente Agnelli, al vicepresidente Nedved e al Ds Cherubini

Il ruolo di Allegri è ovviamente centrale in questo processo: "Noi lo coinvolgiamo in tutto e lui ci coinvolge nelle scelte. Lui ha preso molto a cuore la strategia del club e abbiamo iniziato questa operazione insieme. Non è stata facile per nessuno, noi avevamo l'aumento di capitale, i costi della società da controllare e le strategie future mentre lui doveva gestire una squadra che si è trovato e che non ha costruito. Ora, grazie a quelle riunioni di cui parlavo e ad un gruppo dirigente molto compatto, si sta iniziando a costruire qualcosa di più adatto a lui. È la squadra che abbiamo condiviso e progettato insieme, perché siamo un gruppo molto compatto e in silenzio stiamo andando sul mercato ad attuare quello che è stato già deciso a tavolino. Noi agiamo secondo un piano".

Nelle parole di Arrivabene, che ha confessato molto sinceramente di non essere competente di calcio, c'è anche un pizzico di ironia: "A sentire in giro, abbiamo comprato tutti e venduto tutti… Però, sono sincero, questo racconto del mercato mi affascina anche un po'. Ogni tanto leggo o vedo in tv dei nomi che non avevo mai sentito nelle nostre riunioni, quindi chiamo Cherubini per chiedergli: ma davvero stiamo trattando quel giocatore? Al che lui mi risponde: ‘Hai bevuto?'. Scherzi a parte, cade dalle nuvole. Comunque la narrazione del calciomercato vissuta all'interno della società ha risvolti comici e quasi surreali. Il mercato è veramente impegnativo. Vedo Tognozzi, Manna e Cherubini che sono in continuazione al telefono: 24 ore su 24. D'altra parte non abbiamo solo la prima squadra. E non ci sono solo gli acquisti, ma anche le uscite. Quello che mi sconvolge del mercato è che una cosa certa un giorno può diventare impossibile il giorno dopo. Non pensavo fosse così impegnativo. Non oso dire a Federico: ‘Quando ti prendi un giorno libero?'. Perché da solo non saprei come fare".

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