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Arabia Saudita, decine di cause perse contro i calciatori: i club devono pagare milioni

I vari Benzema e Neymar – che a distanza di un anno hanno seguito Ronaldo in Arabia Saudita – sono la parte visibile di un iceberg che sotto il livello dell’acqua nasconde un lato oscuro: decine di cause contro i club, tutte vinte dai calciatori, per milioni di dollari.
A cura di Paolo Fiorenza
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Non è tutto oro quello che luccica in Arabia Saudita, dove nella scorsa estate sono sbarcati tanti campioni convinti ad accettare un calcio minore a suon di ingaggi assolutamente fuori mercato: i vari Benzema e Neymar – che hanno seguito Ronaldo a distanza di un anno – sono la parte visibile di un iceberg che sotto il livello dell'acqua nasconde un lato oscuro, anzi più di uno. Se i club europei già avevano manifestato il loro timore sul fronte del pagamento dei cartellini, chiedendosi in che modo sarebbero stati tutelati in caso di insolvenza delle società saudite, adesso un'inchiesta di The Athletic scoperchia un altro calderone rimasto finora lontano dai riflettori, quello dei licenziamenti immotivati dei calciatori.

Non casi isolati, ma decine, con successive code in tribunale per ottenere giustizia: tutte cause vinte dai giocatori, per un totale di ben 16 milioni di dollari (15 milioni in euro). Viene portato ad esempio quanto accaduto a Lisandro Alzugaray, 33enne centrocampista argentino attualmente in forza al LDU Quito, che nell'estate del 2022 era un giocatore dell'Al Ahli soltanto da otto giorni quando si è infortunato durante un'amichevole pre-campionato. Alzugaray ha rimediato una distorsione alla caviglia che lo avrebbe tenuto fuori un mese, ma dopo tre settimane dall'infortunio ha ricevuto una lettera dall'Al Ahli che lo informava che il suo contratto era stato risolto dopo che il club aveva concluso che la sua assenza dagli allenamenti era "senza spiegazione" ed equivaleva a una violazione contrattuale.

Lisandro Alzugaray con la maglia del LDU Quito, dove gioca attualmente
Lisandro Alzugaray con la maglia del LDU Quito, dove gioca attualmente

Tutto questo avveniva appena 38 giorni dopo la sua firma col club di Gedda. Parliamo della squadra in cui quest'anno sono approdati Firmino, Mahrez, Saint-Maximin, Kessié, Gabri Veiga scippato al Napoli, Demiral, Ibanez e il portiere Mendy dal Chelsea. Insomma una corazzata che non ha badato a spese per mettere assieme questa rosa stellare. Alzugaray comprensibilmente non ci è stato e ha avviato un'azione legale contro il club saudita, sostenendo che il suo licenziamento era un tentativo di "sbarazzarsi" ingiustamente di un calciatore straniero con un motivo ben preciso: consentire di prendere al posto suo qualcun altro, visto che il regolamento della Saudi Pro League indica in otto il numero degli stranieri tesserabili (con sette che possono andare a referto in una partita).

Non è un caso, ha argomentato Alzugaray, che la rescissione unilaterale del suo contratto sia arrivata l’ultimo giorno della finestra di mercato saudita, ovvero poco prima di consegnare la lista dei calciatori da registrare per il campionato. La tappa successiva della disputa legale è stata l'arbitrato e la Camera di risoluzione delle controversie della FIFA, dove un comitato indipendente di tre membri ha dato torto all'Al Ahli. Oltre a 260mila dollari per coprire un compenso concordato e un mese di stipendio non pagato, lo scorso 1° febbraio il club di Gedda – che successivamente è stato rilevato dal PIF, il Fondo di investimento pubblico dell'Arabia Saudita, assieme all'Al Ittihad, all'Al Nassr e all'Al Hilal – è stato condannato a pagare ad Alzugaray 490mila dollari a titolo di risarcimento per una violazione del contratto. Il totale dei soldi da versare al giocatore argentino è salito a 750mila dollari (poco più di 700mila euro).

Karim Benzema è stato uno dei colpacci del mercato saudita: gioca nell'Al Ittihad
Karim Benzema è stato uno dei colpacci del mercato saudita: gioca nell'Al Ittihad

Negli ultimi 18 mesi sono state intentate 21 vertenze di questo tipo in totale, con la FIFA che si è sempre pronunciata a favore dei calciatori e contro i club sauditi coinvolti. Alcuni giocatori, come Alzugaray, si sono ritrovati con i contratti rescissi a causa di infortuni, mentre altri sono stati mandati via perché non facevano più parte dei piani del club. Complessivamente la cifra da pagare supera i 16 milioni di dollari.

Il proliferare di queste situazioni ha sollevato le preoccupazioni anche del FIFPro, il sindacato internazionale dei giocatori. L'Arabia Saudita è stato uno dei sette Paesi in cui ai calciatori professionisti è stato sconsigliato l'anno scorso di trasferirsi perché il mancato pagamento degli stipendi era diventato "un problema ricorrente". Lo scenario ultimamente è migliorato, alla luce della volontà del Paese mediorientale di accreditarsi come un'eccellenza calcistica a livello globale, ma i problemi restano, soprattutto per altro personale dei club – non calciatori – cui non può essere offerta la stessa possibilità di far valere le proprie ragioni presso la FIFA.

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