Andrea Pirlo: “Giocare? No, se si ammala un solo giocatore finisce tutto. Definitivamente”
C'è chi è d'accordo sul dover scendere in campo di nuovo ma c'è anche chi nutre fortissime perplessità soprattutto per la gestione di una situazione di emergenza che dovrebbe essere mantenuta per un lungo periodo. Se la Serie A, come tutti gli altri campionati dovesse avere il via libera del Governo, l'emergenza sanitaria spingerebbe a dover riorganizzare il tutto, in modo capillare e senza eccezioni, per tutti i club coinvolti.
Il rischio di contagio troppo grande malgrado i protocolli
Per Andrea Pirlo una situazione insostenibile anche perchè sulla carta il gioco non ne varrebbe la candela: ritiri blindati per tre mesi, monitoraggi continui, isolamento forzato, partite e allenamenti senza contatti esterni di alcun genere e poi, comunque, il rischio di nuove positività: "Se alla fine scoppia il caso di un solo giocatore contagiato, che si fa? Ci si deve fermare subito e a quel punto è davvero finito tutto".
Le perplessità del Professore: ritiri impensabili, costi insostenibili
Per il ‘Professore', dunque, ripartire non sarebbe una necessità e i dubbi sul tema sono fortissimi. Da uomo di campo e di sport, Pirlo spiega le proprie ragioni sul perché potrebbe essere inutile – se non dannoso – ritornare in campo: "Non si vivrebbe lo spogliatoio e questo è un elemento che per chi gioca a calcio è imprescindibile. Poi si parla di ritiri blindati per due-tre mesi, senza contatti con l'esterno, inaccettabile. E per le partite? Come fa un club a sostenere i costi degli spostamenti, magari con voli privati per evitare contatti? E mantenere i centri sportivi seguendo le norme sanitarie necessarie? Alcune società anche di a non hanno strutture adeguate, si dovrebbe mettere per quel periodo in un albergo non solo la squadra ma anche massaggiatori, fisioterapisti, magazzinieri. 60 persone. Come è possibile?"
Europeo, Olimpiadi, nuova stagione: non si può pensare di finire ad agosto
Problematiche concrete, da parte di chi in campo è sceso per anni e ha vissuto realtà differenti, testandole con mano. Dunque, si chiede Pirlo, forse è il caso di finirla qui: "Poi c'è l'Uefa che spinge per fare classifiche utili alle qualificazioni, ma è comunque un problema. Si parla di playoff, di tornei che si disputano ad agosto, ma si ricordano che la prossima stagione è quella di Olimpiadi e Europeo? Già si giocherà ad oltranza ogni mercoledì e fine settimana, la Nazionale ha già detto che raggrupperà più partite da disputare durante la pausa per recuperare il tempo perduto. Non si può tirare avanti più di tanto, diventerebbe un casino per tutti".