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Amine Harit fa festa fino a notte fonda, lo Schalke s’infuria per il rischio Coronavirus

Il calciatore dello Schalke 04, Amine Harit, è finito nei guai per aver trasgredito alle regole imposte dal club. Aveva partecipato a una festa di compleanno in un locale fino a notte fonda, nonostante l’obbligo da parte dei locali di chiudere alle 18 per l’emergenza Coronavirus. Il club: “Atteggiamenti irresponsabili”.
A cura di Maurizio De Santis
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Era l'1.30 di notte quando la polizia, chiamata dagli abitanti del quartiere, è intervenuta nello Shisha-Bar a Essen (in Germania, nella regione della Ruhr). In piena emergenza Coronavirus, nonostante la disposizione di chiudere entro le 18, nel locale c'erano ancora tante persone, tra cui il calciatore dello Schalke 04Amine Harit. Che ci faceva lì? Era stato invitato a una festa di compleanno e non era riuscito a dire no anche se il club gli aveva raccomandato massima cautela e soprattutto di seguire le prescrizioni del governo per frenare la diffusione dei contagi da Coronavirus (sono circa ventimila i tedeschi infetti in base agli ultimi dati).

Il fatto è successo nella notte tra giovedì e venerdì, quando il centrocampista dello Schalke ha visto arrivare gli agenti delle forze dell'ordine ha capito di essere finito in un bel pasticcio. È vero che il campionato è fermo ma come avrebbe spiegato che si trovava in quel locale, a quell'ora e – cosa peggiore – senza aver rispettato le indicazioni del club? Sia il giocatore sia gli altri clienti si sono giustificati affermando di non essere a conoscenza della disposizione. Per la serie: se il proprietario non li ha invitati a uscire come da orario di chiusura perché sarebbero dovuti andar via?

Una replica che non è bastata a convincere la dirigenza dello Schalke 04, molto dura nei confronti del calciatore. Quel suo gesto più che una trasgressione è stato interpretato come un atto irresponsabile per i rischi a cui ha esposto se stesso e i compagni di squadra. A esporre la posizione del club – come si evince dai giornali tedeschi è stato il direttore tecnico Jochen Schneider.

Amine si trovava in quel locale assieme a un amico, ha commesso un errore che ha riconosciuto lui stesso – ha ammesso il dirigente – e mi ha promesso che una cosa del genere non accadrà più. Gli ho spiegato quanto sia seria la situazione attuale e come certi atteggiamenti in questo momento particolare non sia accettabile.

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