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Covid 19

Casemiro: “Non penso a vincere la Champions, ma solo a vincere il Coronavirus”

Casemiro, centrocampista brasiliano del Real Madrid Casemiro, in una videochiamata con i piccoli tifosi di “Save The Children”, ha dichiarato: “Senza dubbio vogliamo vincere La Liga e la Champions League, ma ora penso solo a vincere il Coronavirus. È un momento delicato per tutti ma dobbiamo restare a.
A cura di Marco Beltrami
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Tutto il mondo del calcio s'interroga sul come provare a portare a termine i campionati e le Coppe. Al momento però l'unica priorità è quella di vincere la partita più importante, contro il Coronavirus. Un concetto ribadito dal centrocampista del Real Madrid Casemiro, che in una videochiamata con i piccoli tifosi di "Save The Children", ha dichiarato: "Senza dubbio vogliamo vincere La Liga e la Champions League, ma ora penso solo a vincere il Coronavirus".

Per Casemiro ora la Champions non conta, conta solo vincere contro il Coronavirus

Idee chiare, anzi chiarissime per il perno brasiliano del centrocampo del Real Madrid. Casemiro ha ricordato a tutti quelle che sono le priorità in questo momento di stop del calcio: "Senza dubbio vogliamo vincere La Liga e la Champions League – riporta il Mundo Deportivo – Ma non ci sto pensando, sto solo pensando di vincere la lotta contro il Coronavirus. Penso che se tutti fanno la loro parte, questa è la cosa più importante".

Casemiro invita tutti a restare a casa in Spagna

Ancora una volta Casemiro ha sottolineato l'importanza del restare a casa in questo momento a dir poco difficile, in una Spagna che ha superato l'Italia per numero di contagi: "La prima partita è contro il coronavirus. È un momento delicato per tutti. La società vive momenti difficili e complicati, ma dobbiamo fare la nostra parte, rimanere a casa. Ognuno deve fare le proprie cose, aiutare e seguire le regole"

L'infanzia difficile di Casemiro

In occasione dell'incontro virtuale con i bambini di Save The Children, Casemiro ha risposto alle domande sulla sua infanzia, tutt'altro che semplice: "La mia infanzia è stata complicata e umile. Molte volte non avevo niente da mangiare, non avevo modo di allenarmi e stavo camminando per sette o dieci chilometri. Molte volte ho perso o ho vinto. Molte volte è perso o vinto. Ma dormo tranquillo perché ho dato il massimo. In altri aspetti della vita, dobbiamo sempre farlo, dare il massimo", ha detto.

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