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Pietro Arese abbracciato dall’invasore dopo la finale, ma non è come sembra: “Lo rivedrò tra 2 anni”

Fuori programma per Pietro Arese dopo la finale dei 1500 metri agli Europei di Monaco, con l’abbraccio con un invasore di campo speciale.
A cura di Marco Beltrami
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Pietro Arese ha sfiorato una vera e propria impresa agli Europei di Monaco di Baviera. L'atleta italiano impegnato nella finale dei 1500 metri è riuscito a gettare il cuore oltre l'ostacolo chiudendo al quarto posto, dopo una bella rimonta. Per pochissimo il classe 1999 non è riuscito a superare lo spagnolo Garcia, che seppur in difficoltà ha comunque conquistato il bronzo. Nonostante tutto può essere molto soddisfatto, perché questa è la sua migliore prestazione di sempre.

Ai microfoni di Rai Sport infatti Arese ha sfoderato il suo miglior sorriso con poco spazio ai rimpianti. Il mezzofondista italiano infatti ha la consapevolezza di avere dato il massimo: "Sulla mia gara non posso dire niente perché è il mio miglior risultato di sempre. Peccato perché quando si è lì a combattere per una medaglia, ovviamente perdere non è il massimo. Arrivavo qui col 23° tempo e quindi non posso chiedere di più. Considerando che questa fosse una delle finali più difficili perché ai Mondiali i primi 5 sono stati Europei, sono contentissimo. Più di così solo la medaglia".

Atteggiamento positivo e sorrisi per Pietro che ha poi scherzato anche sul gioco che ormai spopola in ogni competizione sportiva, ovvero il FantaEuropei: "Per chi mi ha preso al fantamonaco dico "Ciao Mamma", così prendo punti extra". Scherzi a parte è enorme la gioia per un tempo che gli permette di guardare al futuro con grande fiducia: "Se i criteri non sono cambiati, il mio tempo vale come minimo per i Mondiali dell'anno prossimo. Finalmente sono riuscito a fare questo salto di qualità. Ho pensato in grande".

Subito dopo aver tagliato il traguardo Arese è stato raggiunto in pista da un ragazzo con un giubbotto azzurro. Quando durante l'intervista, gli sono state mostrate le immagini dell'abbraccio, ecco che l'atleta ha svelato un curioso retroscena sull'identità dello stesso: "Ecco… è un mio amico che vive con me a Varese. Peccato che ora non lo vedrò più per due anni perché lo arresteranno, dopo una roba del genere. Invasione di campo? Esatto". Il labiale dell'amico di Pietro, che dice "sorry" allo Steward, è inequivocabile e l'amico atleta può essere tranquillo: nessun arresto in programma.

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