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Mariaclotilde Adosini vince per errore e perde per lealtà: “La scherma è rispetto dell’avversario”

Diciotto anni, di cui 10 trascorsi in pedana a tirare di scherma. Una passione che ha portato Mariaclotilde Adosini, spadista bergamasca, alla Coppa del Mondo Under 20 di Beauvais (Francia). Qui però le cose non sono andate esattamente come se le era immaginate e la ragazza è stata in grado di dare a tutti una importante lezione di fair play.
A cura di Chiara Daffini
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Mariaclotilde Adosini
Mariaclotilde Adosini

Il nome di Mariaclotilde Adosini è diventato popolare d'improvviso e repentinamente. Non solo per il suo talento, che l'ha portata a gareggiare ai Mondiali Under 20 di scherma in Francia, ma per i valori e la lealtà che l'hanno vista protagonista di una delle storie di fair play più potenti dell'anno. Proclamata vincitrice in seguito ad un errore arbitrale, ha rifiutato la vittoria ed è tornata in pedana per gareggiare e perdere, suo malgrado. Ma il gesto le è valso la standing ovation del pubblico presente e apprezzamenti trasversali per la sua correttezza.

Nonostante sia all'ultimo anno di liceo e a pochi mesi dall'esame di maturità, Mariaclotilde si allena cinque volte alla settimana per tre ore al giorno. "Vengo in palestra dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 21", racconta a Fanpage.it accogliendoci in quella che ormai è diventata la sua seconda casa. Vale a dire la Polisportiva Scherma Bergamo, dove Mariaclotilde è approdata a soli otto anni. "Avevo visto la squadra a una manifestazione – spiega la ragazza – e mi aveva incuriosita. Ho provato e non ho più abbandonato questa disciplina".

"Mariaclotilde – aggiunge Francesco Calabrese, suo maestro – è sempre stata un'allieva impegnata, timida, ma decisa a imparare e ferrea nel rispetto delle regole e dell'avversario. Principio, questo, che è alla base della scherma".

La Coppa del Mondo Under 20

Il momento di mettere in pratica questi valori non si fa attendere. "Di recente – racconta Mariaclotilde a Fanpage.it – ho partecipato alla Coppa del Mondo Under 20 di Beauvais, in Francia. Stavo facendo una bella gara, ma quando mi sono trovata in pedana con la francese Juliette Baudinot è successo qualcosa che mai mi sarei aspettata".

"Juliette era avanti 13 a 11 – continua la spadista –, io ho fatto un assalto vincente ma l’arbitro invece di assegnarmi un solo punto me ne ha attribuiti due, forse facendo involontariamente doppio clic per aggiornare il tabellone". Nessuno, nemmeno il maestro dell'avversaria, si accorge dell'errore e alla fine Mariaclotilde vince la gara con il punteggio di 15 a 14.

"Circa un'ora dopo – ricorda la ragazza – sono stata chiamata dalla direzione di torneo, mi hanno fatto vedere i video della competizione, mostrandomi lo sbaglio dell'arbitro. Sono stati chiari nel dirmi che ormai avevo vinto, ma anche che se volevo sarebbe stato possibile tornare in pedana e ripartire da lì".

Un momento della competizione a Beauvais ripreso da Escrime tv
Un momento della competizione a Beauvais ripreso da Escrime tv

La cosa giusta da fare

"Dentro di me sapevo qual era la cosa giusta da fare – dice Mariaclotilde –, certo ero frastornata e ho sentito il bisogno di avvertire il mio maestro, che non era lì con me, ma poi ho deciso di ritornare in pedana".

"Quando mi ha chiamato – ricorda l'allenatore Calabrese – ero consapevole che sarebbe stato molto difficile: ripetere una gara dopo che la si è vinta dà pochissime chance di uscirne di nuovo vincenti, mentre l'avversario è in vantaggio, perché ha la spinta della rivalsa".

E infatti Mariaclotilde perde la competizione. Ma vince molto altro: "Naturalmente la delusione c'è stata – ammette la spadista –, ma non mi sarebbe piaciuto vincere per sbaglio. Poi la direzione di torneo, la mia avversaria e il pubblico mi hanno applaudita e fatto i complimenti e verso la fine della gara l'ex ministra dello Sport Laura Flessel mi ha premiata regalandomi una scatola di cioccolatini".

"Per il futuro – conclude la ragazza – ho un grande sogno da raggiungere: diventare neurochirurgo. Sicuramente continuerò ad allenarmi, chissà che un giorno riuscirò a partecipare a gare importanti, magari alle Olimpiadi".

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