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La reazione di Allegri all’espulsione di Kean: non lo perdona, nello spogliatoio gli ha detto una cosa

Kean è stato espulso contro la Roma per un fatto di reazione su Mancini dopo 40″ dall’ingresso in campo nel finale. “Non bisogna lasciarsi prendere dalla frustrazione, l’ho detto a posta a Kean anche perché il fallo era a favore suo”. E ora sarà multato.
A cura di Maurizio De Santis
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L'amarezza di Massimiliano Allegri per il cartellino rosso preso da Kean nel finale contro la Roma.
L'amarezza di Massimiliano Allegri per il cartellino rosso preso da Kean nel finale contro la Roma.

Quaranta secondi, il tempo di entrare in campo e mollare un pestone a Mancini della Roma. Cartellino rosso e via nello spogliatoio in pieno recupero, nel momento in cui i bianconeri cercavano l'ultimo assalto della Juventus per pareggiare una partita stregata e caratterizzata da ben tre legni. Nella serata nefasta all'Olimpico arriva sui titoli di coda l'espulsione diretta di Moise Kean per un brutto fallo di reazione sul difensore giallorosso. È caduto nel tranello psicologico tesogli dall'avversario che, pur di difendere il risultato, s'è sacrificato anima e corpo per fermare chiunque passasse dalle sue parti.

L'arbitro Maresca non ha avuto alcuna esitazione nel prendere la decisione nei suoi confronti. Kean ha la faccia di uno che ha capito: l'ha combinata grossa e stropiccia il lembo della maglietta poi abbassa la testa ed esce dal campo. Allegri lo vede arrivare, fa un sorriso amaro, ha un'espressione del viso eloquente e la sottolinea con un gesto della mano altrettanto chiaro.

Il tecnico vede arrivare l'attaccante e fa un gesto eloquente con la mano.
Il tecnico vede arrivare l'attaccante e fa un gesto eloquente con la mano.

È come se gli dicesse: ma che combini?! Una reazione contenuta, con ogni probabilità, più per lo stupore (perché non si aspettava una cosa del genere in un momento così cruciale della partita) che per il self control, che invece in altre occasioni è mancato per la comprensibile tensione.

Non è stata una ramanzina (che gli avrà fatto al chiuso nello spogliatoio) ma quello sguardo di amara consapevolezza diceva molte cose sul momento che sta attraversando la squadra. È una sfumatura che si coglie anche nelle parole dello stesso allenatore nel dopo gara quando analizza la situazione in cui si trova la Juventus che ragiona in base a una doppia classifica: nella sua testa ha 50 punti ed è seconda, la realtà dei fatti e della penalità la tiene invece a -15 a quota 35, in ottava posizione e dietro il Bologna.

Kean passa davanti ad Allegri a capo chino e raggiunge lo spogliatoio.
Kean passa davanti ad Allegri a capo chino e raggiunge lo spogliatoio.

"Alla squadra ho detto di restare serena – ha ammesso l'allenatore a Sky -. Abbiamo fatto 50 punti e dobbiamo continuare così. Quello che è successo non dipende dal campo. A fine campionato dobbiamo essere tra le prime 4 e momentaneamente siamo secondi".

Il nervosismo per quanto accaduto e l'attesa per quanto dovrà ancora accadere (sia quanto al ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, sia per gli ulteriori risvolti della giustizia sportiva e penale) erodono energie mentali, mandano alla malora anche le migliori intenzioni e l'orgoglio di voler dimostrare che, nonostante tutto, la Juve c'è ed è viva. E può perfino puntare a qualcosa di eccezionale come chiudere al quarto posto in una stagione così tormentata.

"I ragazzi devono rimanere sereni, perché in questi momenti sembra che ti crolli il mondo addosso. Non bisogna lasciarsi prendere dalla frustrazione, l’ho detto a posta a Kean – ha aggiunto Allegri – anche perché il fallo era a favore suo. Lui ha sbagliato punto, è entrato e forse era nervoso per non aver giocato ma ha messo in difficoltà la squadra. Nel finale poteva essere determinante e prenderà una grossa multa perché ognuno ha delle responsabilità".

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