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Lascia il lavoro in Ferrari da 3mila euro al mese per insegnare a scuola: “Ho cambiato idea”

Un esperto ingegnere siciliano ha lasciato il lavoro dei sogni in Ferrari per fare il professore in un istituto professionale di Modena rinunciando ad uno stipendio da 3mila euro al mese e a tutti i benefit di essere un professionista della casa di Maranello.
A cura di Michele Mazzeo
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Qualunque ingegnere meccanico che vuole farsi strada nel settore automobilistico ha come sogno quello di arrivare un giorno a lavorare in Ferrari. Figuriamoci poi cosa può voler dire per esso diventare responsabile di un team e avere anche un gran bello stipendio, oltre ai tanti benefit che hanno i dipendenti dell'iconica casa del Cavallino Rampante. Eppure non sempre è così. Conoscevamo già storie di chi ha deciso di rifiutare in partenza, per motivi economici, l'offerta di lavoro da parte della Ferrari, ma quella dell'ingegner Silvio Capizzoto è ancora più particolare. Quest'ultimo infatti era arrivato ad occupare una posizione di responsabilità nella prestigiosa azienda modenese ma dopo soli due anni e mezzo ha deciso di mollare tutto e cambiare radicalmente settore e vita con uno stipendio dimezzato rispetto a quello percepito a Maranello.

L'ingegnere del veicolo siciliano, dopo una lunga gavetta tra alcune delle principali case automobilistiche italiane tra cui FIAT e Lamborghini, nel marzo 2015 era stato assunto dalla Ferrari come responsabile del progetto BiW (fase della produzione di un'automobile denominata Body-in-White) e, come ha rivelato lui stesso in un'intervista rilasciata al portale orizzontescuola.it, ricopriva un ruolo di grande responsabilità e ben retribuito: "In Ferrari prendevo circa 3000 euro al mese. Avevo un ruolo di responsabilità. Tanti ragazzi aspirano a quel posto" ha difatti svelato il 46enne originario di Messina.

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Il lavoro era molto impegnativo ma anche molto stimolante ("In Ferrari ero l'ingegnere delle sfide perché ho avuto sempre dei progetti molto particolari con livelli di complessità elevati. L’ultima è stata la Ferrari Portofino. Era molto sfidante come progetto" le sue parole), eppure nell'estate del 2017 l'ingegnere Silvio Capizzoto decide di mollare tutto, azzerare la carriera che aveva costruito, lasciare il lavoro dei sogni in Ferrari ( e di conseguenza le sicurezze, i benefit e l'ottimo salario) per buttarsi nel mondo dell'insegnamento (prima da precario e poi, dopo aver vinto il concorso nel 2022, di ruolo in un istituto professionale di Modena).

A rivelare il motivo di questo repentino cambio di vita è lo stesso neoprofessore: "Io ero orientato per la carriera in azienda, poi però ho cambiato idea. L’insegnamento non è un lavoro ma quasi una missione. Tra le motivazioni c'era anche l'idea di avere più tempo libero, di poter gestire il tempo in modo diverso. Spesso facevo 12 ore al giorno. Come insegnante invece lavoro meno ore. Anche se, a dir la verità, pensavo di lavorare meno" ha difatti proseguito l'ingegnere siciliano spiegando perché ha deciso di lasciare un'invidiabile posizione nella casa di Maranello per dedicarsi alla scuola.

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All'epoca nemmeno il grande gap economico tra lo stipendio percepito in Ferrari e quello che avrebbe percepito come professore non è stato in alcun modo un freno per questo suo radicale cambio di vita: "Non faccio l’insegnante per i soldi né per altro tipo di gratificazioni, si fa per i ragazzi" ha infatti risposto a riguardo. E se si pensa che, oggi, dopo quattro anni si sia pentito di aver lasciato il suo lavoro dei sogni in Ferrari per insegnare a scuola ci si sbaglia di grosso: "Sono molto soddisfatto e sono contento di questa scelta" ha difatti chiosato l'ingegnere Silvio Capizzoto protagonista di una storia di certo non usuale nel nostro Paese, soprattutto in questo determinato periodo storico.

E i primi ad essere sorpresi da questo radicale cambio di vita rinunciando ai benefit di lavorare in Ferrari sono proprio i suoi alunni che, quando chiedono lumi a riguardo, si trovano trovano di fronte una risposta chiara e concisa da parte del loro professore: "Quando i miei studenti mi chiedono perché ho lasciato la Ferrari per insegnare, io rispondo che mi piacciono le cose difficili" ha difatti rivelato l'ex ingegnere della casa del Cavallino Rampante che alla fabbrica di Maranello ha preferito la cattedra.

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