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La Juve ha il suo governo tecnico: chi sono i 5 membri del nuovo CdA e quali priorità dovranno affrontare

Sul tavolo ci sono 4 nodi da sciogliere che prescindono dai risultati del campo, li affronterà il nuovo CdA della Juventus. Le parole del neo presidente, Ferrero: “Difenderemo il club in tutte le sedi competenti. Penale, sportiva e civile. Rispetteremo sempre chi sarà chiamato a giudicarci, ma vogliamo uguale rispetto per la società”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il neo presidente della Juventus, Gianluca Ferrero, e l'amministratore delegato, Maurizio Scanavino.
Il neo presidente della Juventus, Gianluca Ferrero, e l'amministratore delegato, Maurizio Scanavino.

Il discorso di congedo di Andrea Agnelli ha chiuso formalmente un'epoca della Juventus, la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione ne apre un'altra con il benestare dell'assemblea degli azionisti. I consiglieri sono 5 e resteranno in carica per i prossimi 3 esercizi fino all'assemblea che approverà il bilancio al 30 giugno 2025.

Un "governo tecnico" dalla durata biennale, che avrà il compito di affrontare il percorso legale e di risanamento economico del club, persone che hanno un profilo specifico e capacità in ambito legale e giudirico-societario. Con le dimissioni di Pavel Nedved scompare, di fatto, quello sportivo. Anche l'ipotesi di rivedere ai vertici un ex campione come Alessandro Del Piero (ventilata nelle scorse settimane) è stata accantonata.

Almeno per adesso, le priorità sono altre e richiedono competenze utili a coprire questa fase particolare della storia bianconera, figure manageriali che siano in grado di tenere la barra a dritta in mezzo ai marosi. Le parole del neo presidente sono chiare al riguardo: "Pensiamo di avere la competenza e la determinazione per difendere la Juve in tutte le sedi competenti. Penale, sportiva e civile. Lo faremo con determinazione, rigore, pacatezza e senza nessuna forma di arroganza. Rispetteremo sempre chi sarà chiamato a giudicarci, ma vogliamo uguale rispetto per la società".

I vertici e l'intero CdA della Juventus si sono dimessi a fine novembre scorso
I vertici e l'intero CdA della Juventus si sono dimessi a fine novembre scorso

È il nuovo corso voluto da John Elkann, amministratore delegato di Exor (la holding che controlla il club) che ha di fatto prese le redini della situazione in mano e messo nei ruoli chiave esponenti di fiducia: Gianluca Ferrero, indicato come presidente; Maurizio Scanavino, attuale direttore generale che assumerà la carica di amministratore delegato; i consiglieri Laura Cappiello (esperta di diritto e degli organismi di vigilanza, si è occupata di fusioni e acquisizioni, diritto societario e diritto penale d’impresa), Diego Pistone (la cui carriera si è sviluppata nell’area finanza e controllo di molte società, sia in Italia sia all’estero), Fioranna Vittoria Negri (è l'esperta di revisione e di bilanci, oltre al controllo dei rischi).

Sul tavolo ci sono 4 nodi da sciogliere che prescindono dai risultati del campo (tra cui resta determinante chiudere tra le prima quattro posizioni per la Champions). Questioni ravvicinate nel tempo, ognuna capofila di un fronte sul quale misurarsi: dall'inchiesta Prisma della Procura di Torino fino alla strategia di risanamento dei conti, oltre alla decisione della Procura Federale su un nuovo processo plusvalenze e alla posizione di attesa/indagine della Uefa.

Il tecnico, Massimiliano Allegri, saluta l'ex massimo dirigente bianconero, Andrea Agnelli.
Il tecnico, Massimiliano Allegri, saluta l'ex massimo dirigente bianconero, Andrea Agnelli.

La prima data di rilievo, cerchiata in rosso sul calendario, è quella del 20 gennaio: la Corte d'Appello della Figc si pronuncerà sulla riapertura o meno del processo sportivo (che riguarda la Juve e altre 9 squadre) sulle plusvalenze tenendo conto dei fatti emersi dall'inchiesta penale condotta dalla Procura di Torino.

È qui che c'è l'altro ‘fronte caldo': il il 27 marzo ci sarà l’udienza preliminare (a Torino) sul possibile rinvio a giudizio della Juventus e delle 12 persone che risultano indagate (oltre al presidente Agnelli, anche l'ex ad Arrivabene, l'ex vice-preidente Nedved e l’ex direttore generale Fabio Paratici) e dovranno difendersi dalle accuse degli inquirenti in materia di plusvalenze, manovre stipendi e bilanci. Sono 15 i capi d'imputazione che, secondo gli inquirenti, sarebbero collegati a reati (presunti) commessi tra il 20 settembre 2019 e il 2 maggio 2022.

Da Nyon, sede della Uefa, si osserva con attenzione cosa accade in Italia. Intanto, il 1° dicembre scorso i vertici della Federazione continentale hanno aperto un'indagine ufficiale "in stretta cooperazione con le autorità italiane" su un punto cruciale: gli ultimi bilanci del club bianconero, gli stessi in base ai quali è stato siglato quel settlement agreement che permette alla Juve di rientrare nei parametri del Fairplay finanziario entro uno specifico arco temporale. Un accordo che, nel caso "la situazione finanziaria del club fosse significativamente differente da quanto valutato dalla Cfcb", potrebbe aprire a scenari clamorosi come azioni legali ed eventuali sanzioni.

Le "misure disciplinari", come indicato nella nota di allora, hanno un peso differente: si va dal semplice "warning" ad altri di gravità maggiore: multa, trattenuta degli introiti incassati da competizioni Uefa, restrizioni nell’iscrizione della lista A dei giocatori per una competizione europea, squalifica sull’anno corrente o addirittura dalle future manifestazioni Uefa.

C'è ancora un'altra voce da tenere in considerazione: mettere mano ai conti della società cambiando nettamente passo rispetto al recente passato. Non più il ricorso ad aumenti di capitale (nella fattispecie, all'aiuto di Exor) ma opera di "buon governo" per rimettere le finanze a posto agendo in contatto diretto con l'area sportiva che – per adesso – conserva come referenti il direttore, Federico Cherubini, e l'allenatore, Massimiliano Allegri.

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