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La grandezza di Ranocchia: “Dei soldi non parlo per rispetto verso chi fatica ad arrivare a fine mese”

Risoluzione del contratto e addio al calcio, la vita di Andrea Ranocchia è cambiata di colpo nel giro di pochi mesi. L’ex difensore del Monza ha spiegato quali sono le reali motivazioni che lo hanno spinto ad appendere le scarpette al chiodo.
A cura di Maurizio De Santis
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Andrea Ranocchia, ex difensore dell'Inter, ha risolto il contratto con il Monza e detto addio al calcio giocato.
Andrea Ranocchia, ex difensore dell'Inter, ha risolto il contratto con il Monza e detto addio al calcio giocato.

L'addio all'Inter. La sfida stimolante a Monza. L'infortunio e la decisione del ritiro. In pochi mesi la carriera e la vita di Andrea Ranocchia è cambiata di colpo. Il punto di non ritorno è stata la gara di Napoli: lì s'è fatto male, da quel momento ha realizzato che forse era arrivato il momento di dire basta. Deve essergli sembrato una specie di segnale che il fato ti manda e poi ti mette dinanzi a una scelta che non puoi più rimandare.

L'ex difensore ci pensava da un po', un pensiero s'era fatto largo dentro di lui che, chiusa l'esperienza decennale in nerazzurro, a 34 anni, ha provato a silenziare quella vocina lasciando che la routine di campo, allenamenti, partite, adrenalina e obiettivo salvezza prendessero il sopravvento. Fino a quando la lesione (frattura composta del perone della gamba destra, distorsione della caviglia destra) e la consapevolezza di tempi di recupero abbastanza lunghi (3 mesi) hanno fatto buio intorno a lui, accompagnato da quella strana sensazione che era come un tarlo.

Ecco perché quando gli chiedono cosa lo abbia spinto ad appendere le scarpette al chiodo, a dire addio al calcio, lascia intendere che la sua decisione arriva da lontano. La valutazione sui tempi di recupero ha influito relativamente: "Non c'è stato un episodio scatenante – ha ammesso nell'intervista alla Gazzetta dello Sport -. Era da aprile che il mio entusiasmo per il calcio era diminuito. È successo anche per una serie di questioni private".

Sincero, anzitutto con se stesso. L'uomo ha prevalso sul calciatore, la ragione ha messo il tacere il cuore e la passione. Non era solo questione di condizione fisica, che prima o poi sarebbe tornata, ma di motivazioni interiori e più ancora di profondo rispetto nei confronti di chi gli aveva dato fiducia. A chi crede in te, dici tutto. Anche se fa male. Il dialogo con il dirigente del Monza, Adriano Galliani, fu a cuore aperto: "Gli ho spiegato cosa stavo provando e soprattutto che non volevo prendere in giro né me stesso né a chi mi aveva scelto. È rimasto sorpreso ma ha compreso le mie ragioni e le ha rispettate".

Ranocchia e il Monza hanno risolto consensualmente il contratto. Il calciatore lo ha fatto rinunciando a un bel po' di soldi. Avrebbe potuto continuare a restare un tesserato e percepire l'ingaggio previsto, ma ha preferito dare l giusto valore alle cose. E ha chiarito che la sorpresa di Galliani non era certo in relazione alla somma degli stipendi. "La rinuncia ai soldi? Non è quello che lo ha stupito. È una cosa di cui non voglio parlare per rispetto nei confronti di fa fatica ad arrivare a fine mese".

Tanti i messaggi ricevuti in questi giorni, tra cui quello di Luciano Spalletti. Alla figura del tecnico è legato anche un episodio che l'ex difensore non dimenticherà mai e serberà tra i ricordi indelebili della carriera. È accaduto cinque anni fa, durante il ritiro dell'Inter a Riscone. A un tifoso che aveva preso di mira Ranocchia e lo tormentava si rivolse in maniera diretta, lo prese di petto, lo affrontò muso a muso. "Per poco non gli dava anche un paio di schiaffi. È stata la prima volta che qualcuno si è speso per difendermi".

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