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Dall’ombra di Tamberi esce un uomo distrutto, è Marco Fassinotti: “Io mi vergogno”

In ogni storia in cui c’è un eroe, in ogni umana vicenda in cui qualcuno finisce sotto i riflettori, c’è sempre chi resta nella sua ombra: Marco Fassinotti era l’altro azzurro qualificato alla finale di salto in alto degli Europei con Tamberi. Nel dopo gara si è consegnato agli italiani con grande umanità.
A cura di Paolo Fiorenza
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Giovedì sera Gianmarco Tamberi ha risposto alla chiamata di Marcell Jacobs e ha replicato anche lui la medaglia d'oro delle Olimpiadi trionfando nei campionati Europei di atletica a Monaco di Baviera. I due campioni azzurri dimostrano di essere ancora al top delle rispettive discipline, il che accresce la brillantezza dei loro successi a Tokyo: confermarsi al vertice è più difficile che arrivare in cima. La comune delusione dei Mondiali di Eugene è dimenticata, l'Italia può contare su di loro per dare luce alla propria immagine.

Lo show di Gimbo Tamberi dopo aver vinto la medaglia d'oro agli Europei
Lo show di Gimbo Tamberi dopo aver vinto la medaglia d'oro agli Europei

Luce, come quella che sprigiona Tamberi con la sua esuberanza incontenibile che contagia tutto l'Olympiastadion, un'esplosione di celebrazioni che investe in primis la sua promessa sposa Chiara e poi travolge chiunque sia vicino a lui. E tuttavia in ogni storia in cui c'è un eroe, in ogni umana vicenda in cui qualcuno finisce sotto i riflettori, c'è sempre chi resta nella sua ombra: qualcun altro di cui non parlerà nessuno e che è destinato all'oblio. Anche il trionfo di Tamberi non fa eccezione e ai margini del suo cono di luce a malapena si riesce a scorgere l'altro italiano che si era qualificato per la finale di salto in alto agli Europei: è Marco Fassinotti.

La sua avventura a Monaco resterebbe trasparente agli occhi del mondo, se tuttavia il 33enne atleta torinese non facesse qualcosa – poco dopo essere stato eliminato in maniera ingloriosa – per elevarsi ad un ruolo ugualmente degno di rispetto: quello dell'uomo che consegna se stesso – completamente nudo, senza filtri né infingimenti – alla compassione di milioni di italiani, cercando di condividere la propria sofferenza con chi abbia la sensibilità per capirlo.

Marco Fassinotti è stato tre volte campione italiano di salto in alto
Marco Fassinotti è stato tre volte campione italiano di salto in alto

Sulla pista di Monaco giovedì sera pioveva, le condizioni erano difficili e lo si è capito fin dall'inizio: si sarebbe potuto andare a medaglia anche con misure non elevatissime, ma d'altro canto si rischiava qualche figuraccia. Fassinotti lo ha pagato sulla sua pelle, addirittura non riuscendo a superare in nessuno dei suoi tre tentativi la misura d'entrata, posta a 2,18. Il torinese non ce l'ha fatta, lui che ha un personale all'aperto di 2,33, lui che a giugno a Madrid aveva superato 2,26 e che due giorni prima aveva saltato agevolmente 2.21 per qualificarsi.

Fassinotti è con Tamberi il meglio del salto in alto in Italia, non ha medaglie nelle grosse manifestazioni ma è tre volte campione nazionale, l'ultima lo scorso anno. Insomma è un grande atleta. Il non riuscire a superare 2,18, non entrando neanche in gara, è stato per lui una mazzata. E tuttavia, chiamato ai microfoni RAI poco dopo, Marco non ha cercato scuse ma ha pronunciato poche parole sincere di durissima autocritica, toccando l'animo di molti che lo hanno ascoltato: "Quando le cose non funzionano, siamo noi che non le facciamo funzionare. Sono dispiaciuto, molto dispiaciuto. Oggi era una gara difficile, ma io 2,18 di solito lo faccio in un brutto allenamento. Mi vergogno, anche se negli ultimi anni sto cercando di non farlo". Caro Marco, non c'è nulla di cui vergognarsi: nello sport, come nella vita, si cade e ci si rialza. Ma soprattutto ci si impegna al massimo e non si cercano alibi. Esattamente come hai fatto tu in una piovosa sera di agosto.

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