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Auguri Fabio Grosso, eroe di una lunga e meravigliosa estate Mondiale

Ci sono calciatori fortemente legati a un momento o a una fase della loro carriera. Fabio Grosso, che oggi compie 43 anni, sarà per sempre ricordato grazie alle partite e alle intuizioni che ha avuto durante il Mondiale del 2006 in Germania. Anche grazie a lui siamo diventati per la quarta volta campioni del mondo.
A cura di Jvan Sica
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Ci sono i re per una notte, i leoni del weekend, gli impiegati del mese e poi c’è Fabio Grosso, l’imperatore di una nostra lunga e meravigliosa estate. Oggi Grosso compie 43 anni e sarà per sempre legato alla cavalcata mondiale del 2006, come ai cantanti a cui gli si chiederà sempre la stessa indimenticabile hit per tutta la carriera, dovendo per forza di cose mettersi l’anima in pace. Questo avviene non perché Grosso non sia stato un ottimo calciatore, ma perché la gioia che abbiamo provato tutti noi italiani per le sue partite e le sue intuizioni a Germania 2006 lo faranno mito per sempre.
Fabio Grosso era un terzino a cavallo tra una classicità alla Facchetti e una certa modernità, che poi vedremo da Marcelo in poi. Bravo nel tenere la linea, fare le diagonali difensive, ma anche sempre presente in fascia, grazie a una corsa facile, dall’ampia falcata e costante lungo tutto l’arco della partita.

Grazie a questa sua affidabilità, Marcello Lippi lo sceglie per i Mondiali del 2006, anche perché già in quella fase non eravamo per niente ricchi di laterali mancini, dopo che abbiamo goduto per anni di Cabrini, Maldini e, perché no, il Benarrivo del 1994. La scelta di Grosso fu una scelta di garanzia, di un sinistro naturale mentre gli altri due terzini, Zambrotta e Zaccardo, erano da adattare.

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Nella prima partita di quel Mondiale, contro il Ghana, non piace particolarmente a Lippi, tanto è vero che non lo fa giocare titolare contro gli Stati Uniti. Per sua, nostra e per i posteri fortuna, Zaccardo contro gli USA fa un autogollonzo da far dimenticare ai nipotini e dalla terza in poi il buon Cristian si siede in panchina e Fabio Grosso sarà sempre titolare.
Il mito nasce in un momento esatto. Al minuto 93 dell’ottavo di finale contro l’Australia, Totti di sinistro apre sulla fascia dove Grosso fa una grossolana finta su Mark Bresciano, che ci casca e lo fa passare. Riesce anche a recuperarlo in corsa ma si fa di nuovo fregare da un controllo di palla ad entrare in mezzo al campo. Entrato in area, completamente solo, Grosso non sa che fare, ma per fortuna ci pensa Lucas Neill che crolla ai suoi piedi e Grosso semplicemente ci sbatte contro per il rigore che poi Totti trasformerà.

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Ai quarti contro l’Ucraina non servono i suoi superpoteri, che tornano decisivi invece in semifinale contro la Germania. La partita è ai tempi supplementari e giochiamo al Westfalenstadion dove i tedeschi non hanno mai perso. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Pirlo ha l’intuizione di servire Grosso in area per farlo calciare. Il laterale è bravissimo perché la piazza nell’unico spicchio di porta in cui Lehmann non può arrivare. Un tiro che dimostra grande sensibilità tecnica.

Ultimo atto, finale mondiale, Italia-Francia. La partita la conosciamo tutti, con tutte le emozioni che ci ha regalato. A chi tocca l’ultimo rigore? Ovviamente al nostro Fabio Grosso, il quale ancora una volta dimostra di avere un sinistro da numero 10. Un tiro all’incrocio a spiazzare Barthez ci regala la quarta Coppa del Mondo e una gioia indescrivibile.

E Grosso non è solo colui che ha innescato la miccia di quella gioia ma è stato anche un tassello fondamentale di quella squadra in quel torneo. Un calciatore, umile, tecnico, dalla corsa a perdifiato e attento. Tutte qualità che non ne fanno un genio del calcio, ma che descrivono comunque un campione, esploso insieme a tutti noi in quella lunga e meravigliosa estate.

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