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Spiaggia fascista a Chioggia, chiesta l’archiviazione: “Era solo articolazione del pensiero”

La procura di Venezia ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla ‘spiaggia fascista’ di Chioggia. Secondo i magistrati non c’è stata apologia del fascismo ma le foto e i cartelli inneggianti a Mussolini sarebbero un’articolazione del pensiero del gestore.
A cura di Stefano Rizzuti
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Secondo la procura di Venezia Gianni Scarpa, il gestore di Playa punta Canna, il lido di Chioggia soprannominato la ‘spiaggia fascista’, non ha compiuto una reale apologia del fascismo. Il riferimento è alla spiaggia in cui erano stati esposti cartelli con foto e slogan che rimandano a Benito Mussolini. Secondo i magistrati le foto del Duce e i richiami all’ordine e al manganello sarebbero un’articolazione del pensiero del gestore e non un’apologia del fascismo. Non rientrano quindi nel caso previsto dalla legge Scelba e non sarebbe stata commessa nessuna violazione dell’articolo 4 della legge 645 del 1952. La procura di Venezia ha quindi chiesto l’archiviazione dell’inchiesta che vede indagato Gianni Scarpa.

Nel lido di Chioggia erano disseminati vari cartelli contro la democrazia o che istigavano a maniere violente per ottenere l’ordine e la pulizia. Sia queste insegne che quelle con le foto di Mussolini sono tate fatte rimuovere dallo stabilimento su ordinanza del prefetto di Venezia Carlo Boffi. I frequentatori della spiaggia hanno raccontato che inizialmente era un posto eccentrico nel quale il gestore si vestiva da pirata e faceva dei mini-comizi con l’altoparlante. Nell’ultimo periodo prima della rimozione dei cartelli avvenuta quest’estate, secondo alcuni avventori, il lido aveva decisamente virato a destra, con cartelli e manifesti inneggianti al Duce.

Dopo il blitz della Digos della questura di Venezia, Scarpa era stato iscritto nel registro degli indagati fino alla richiesta di oggi di archiviazione. Lo stesso gestore dello stabilimento aveva negato di essere fascista, sostenendo di essere invece “amante della pulizia e della disciplina”.

Il caso sulla ‘spiaggia fascista’ di Chioggia era scoppiato nel periodo in cui in Parlamento si discuteva del disegno di legge Fiano sulla propaganda fascista. Il testo è stato poi approvato dalla Camera a settembre.

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