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Trovato simbolo delle Brigate Rosse nella redazione del Tg2, la condanna della politica

Trovato il simbolo delle Brigate Rosse nell’ascensore della redazione del Tg2, a seguito della partecipazione del direttore Sangiuliano alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. La politica condanna prontamente il gesto.
A cura di Ilaria Costabile
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A seguito di giorni di tensione dopo l'intervento del direttore Gennaro Sangiuliano durante la conferenza programmatica di Fratelli d'Italia, che ha suscitato non poche polemiche, è stata rinvenuta in un'ascensore di Saxa Rubra una stella a cinque punte, chiaro simbolo terroristico ascrivibile alle Brigate Rosse.

Il simbolo delle Brigate Rosse

Il simbolo è stato trovato nella serata di ieri, sabato 7 maggio, da una giornalista della redazione del Tg2 che ha subito denunciato l'accaduto ai suoi colleghi, per poi chiamare la Digos e la polizia scientifica in modo che potessero essere avviate delle indagini e praticati i rilievi necessari sul posto. Il gesto è stato prontamente condannato, ma ancora non si conosce chi possa essere stato l'artefice di quella che appare a tutti gli effetti come una risposta all'intervento del direttore Sangiuliano in un contesto che è stato commentato anche dall'amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, il quale ha dichiarato di aver seguito le regole aziendali per la partecipazione del giornalista alla conferenza.

La condanna della politica

Anche gli esponenti della politica si sono espressi condannando all'unanimità il gesto. La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha scritto su Twitter: "Solidarietà al direttore Sangiuliano e a tutta la redazione del Tg2 dove è stato ritrovato un simbolo delle Brigate Rosse. Un gesto intimidatorio vergognoso e inaccettabile". non sono mancati altri commenti all'accaduto come Giuseppe Conte che lo ha definito "una grave minaccia" e anche Giorgia Meloni si è unita alla voce della Presidente Casellati definendolo "un vile atto intimidatorio", infine anche Matteo Salvini ha detto: "Nessuno spazio al fanatismo e all’intimidazione dei giornalisti, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo: le voci fuori dal coro vengono censurate, attaccate, intimidite". 

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