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Stefania Petyx di Striscia la notizia aggredita, era nell’ultimo covo di Matteo Messina Denaro

L’inviata palermitana di Striscia la Notizia è stata aggredita e insultata da un uomo nel paese dell’ultimo covo di Matteo Messina Danaro.
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Nella serata di ieri, a Striscia la Notizia, sono state diffuse le prime immagini dell'aggressione subita da Stefania Petyx, storica inviata del tg satirico, a Campobello di Mazara, quello che è considerato l'ultimo covo del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Il servizio completo sarà mostrato nella puntata di Striscia la Notizia in onda questa sera, su Canale 5 a partire dalle ore 2o.35. Le prime immagini parlano chiaro. L'inviata si trovava nel paese per scattare con la popolazione "un selfie contro la mafia". Ma il servizio è finito male.

Le anticipazioni

L'inviata Stefania Petyx è stata presa a spintoni ed è stata insultata insieme al cameraman. La persona che li ha aggrediti avrebbe successivamente cercato di investire l'inviata e il suo cagnolino con uno scooter elettrico. L’inviata da Palermo stava chiedendo ai paesani cosa pensassero dell’arresto dell'ultimo grande capo della Mafia, quando uno di questi ha perso la ragione e, nel tentativo di allontanarsi, è poi ritornato per aggredire Stefania Petyx e un cameraman.

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Il lavoro di Striscia

Da giorni, Striscia la Notizia è presente nei territori del boss di Castelvetrano con l'iniziativa "Un selfie contro la Mafia". Alcuni giorni fa è stato intervistato anche l'ex dirigente della polizia Antonio del Greco il quale sostiene che undici anni fa un suo rapporto sulla presenza di Matteo Messina Danaro in Sicilia era stato ignorato: "Nel 2012 sono entrato in contatto con una fonte che sosteneva di avere informazioni su Messina Denaro. A mio modo di vedere quelle informazioni erano molto verosimili. Tra le altre cose, la fonte rivelò che alcuni agenti di polizia impiegati nella ricerca del boss di Cosa Nostra soggiornavano, a loro insaputa, in alberghi la cui proprietà era riconducibile al boss di Castelvetrano. Che in quelle occasioni, annusando il pericolo, prendeva un motoscafo e fuggiva in Tunisia, in attesa di tornare in Sicilia" . 

Antonio del Greco aveva cercato di informare la sua direzione centrale con un rapporto dettagliato, ma nulla accadde: "Per tanto tempo ho atteso un riscontro, una telefonata. La fonte stessa mi sollecitava dicendosi disponibile a fornire qualsiasi indicazione utile a condurre gli inquirenti nei luoghi segnalati nel rapporto. Ma non si seppe più nulla, fino ai giorni nostri". 

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