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La storia di Letizia Battaglia insegna che non c’è opportunità più grande di quella di poter scegliere

La storia di Letizia Battaglia raccontata del film “Solo per passione” su Rai1, mostra come la più grande opportunità che si possa dare ad una donna è quella di poter scegliere chi essere, per non soccombere sotto il peso dei muri costruiti dalla società.
A cura di Ilaria Costabile
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Non sono malata, non sono fragile, trattami come tratteresti un uomo” questa è la frase che si sente dire ad Isabella Ragonese nelle vesti di Letizia Battaglia, nel film “Solo per passione” in onda in prima serata su Rai1, in cui l'attrice ha raccontato in maniera a dir poco intensa, perfetta, la vita della grande fotoreporter palermitana. Una frase che raccoglie perfettamente il senso di una lotta quotidiana, continua, con un sistema fortemente patriarcale, in cui gli uomini gestivano, parlavano, discutevano, prendevano decisioni e le donne erano ai margini. Il mondo del giornalismo, poi, nella Sicilia degli Anni Settanta, non poteva che esserne la massima manifestazione.

Erano anni diversi, chiusi, difficili, anni in cui il desiderio di cambiamento e di rivoluzione si instillava nella società, anni in cui non ci si poteva permettere di stare in silenzio, bisognava fare la propria parte, ma il coraggio di agire come sempre aveva un prezzo da pagare. Ed è quello che emerge dalle immagini che raccontano la vita di una donna impavida come Letizia Battaglia, che quasi per caso ha scoperto il suo talento e ha trovato nella macchina fotografica una salvezza che non pensava di trovare. A 35 anni con un marito, un matrimonio devastato e tre figlie a carico, Letizia prende in mano la sua vita e scopre di avere potere su di essa.

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Senza aver studiato, senza conoscenze alle spalle, senza soldi che potessero garantirle una stabilità, Letizia si presenta nella redazione de L’Ora e offre l’unica cosa che nessuno le avrebbe mai potuto portare via: il suo pensiero, il suo punto di vista. Un bene così prezioso che, infatti, le ha permesso di raggiungere passo dopo passo i suoi obiettivi. Complice la fiducia di chi aveva incontrato sul suo cammino che prima ancora che lei potesse crederci, aveva visto in lei qualcosa in grado di diventare grande.

Nel film “Solo per passione” si tracciano i segni di una vita costruita sulle occasioni, le opportunità da cogliere al volo, l’incoscienza di buttarsi per realizzare se stessi. E a guardare queste scene una riflessione nasce spontanea: tutto questo, oggi, sarebbe stato possibile? Oggi, una donna sola, con tre figlie, senza grandi esperienze o al contrario, con un bagaglio piuttosto ricco di lavori e studi alle spalle, avrebbe avuto le stesse chance? Rispondere a questa domanda è davvero difficile, perché significherebbe dover ammettere che nonostante siano passati almeno 50 anni, certe dinamiche si sono incancrenite, invece di dissolversi nel passato.

Isabella Ragonese e Letizia Battaglia
Isabella Ragonese e Letizia Battaglia

Quando “i giri di boa” erano una tappa obbligatoria ancor prima che una scelta, una donna come Letizia Battaglia è stata in grado di affermarsi, sacrificando forse qualcosa di sé, ma mai venendo meno ai suoi principi. Quando contava essere piuttosto che produrre 24h, quando ogni passo aveva un peso specifico, c'era qualcuno che ha avuto il coraggio di "trattare una donna come un uomo", perché la parità si conquista lottando, ma anche abbattendo i muri immaginari che abbiamo costruito o che ci hanno alzato attorno. "Ho passato troppi anni della mia vita senza libertà, ora non posso più farne a meno" dice Isabella Ragonese-Letizia Battaglia, ed è proprio della libertà di poter scegliere che una donna, oggi, non dovrebbe mai sentirsi priva, e purtroppo siamo ancora molto lontani dal raggiungere questo traguardo.

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Nata nel 1992, giornalista dal 2016. Ho sempre scritto di cultura e spettacolo spaziando dal teatro al cinema, alla televisione. Lavoro nell’area Spettacolo di Fanpage.it dal 2019.
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