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Mentana fotografa un cinghiale davanti agli studi La7: “Sanno che da noi si invitano cani e porci”

Il direttore di La7 in un solo scatto critica la situazione rifiuti a Roma e ironizza su alcuni programmi della sue stessa rete, tornando su un tema sul quale lui stesso si era già espresso.
A cura di Andrea Parrella
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Enrico Mentana ci ride su. Il direttore del Tg La7 ha pubblicato uno scatto particolare su Instagram, accompagnato da una didascalia sibillina, di quelle che dicono tutto e non dicono nulla. Immortalando un cinghiale all'esterno degli studi La7 di Roma, il direttore ha ironizzato prima di tutto sul problema dell'immondizia che attanaglia la capitale da molto tempo, aggiungendoci un altro tratto caratteristico della città, quei cinghiali che sono ormai diventati un elemento distintivo.

Alla cosa, tuttavia, Mentana lega anche un altro elemento di attualità che ha a che fare con il dibattito sugli ospiti nei talk show, fattore che riguardando in primis La7: "Hanno saputo che invitiamo cani e porci", scrive sagace il direttore, mettendo insieme il cinghiale in connessione con la rete stessa e un tema sensibile che riguarda l'emittente diretta da Andrea Salerno.

Mentana e il tema degli ospiti nei talk

Quello degli ospiti nei talk di approfondimento è un punto assai delicato che alimenta dibattito da mesi e in particolare dall'inizio del conflitto, con una tendenza di alcuni programmi a cercare posizioni forti e controverse nel merito di questo tema, nonché posizioni diverse da parte dei conduttori, se consideriamo ad esempio quella di Formigli e quella di Merlino. D'altronde La7 resta una rete in cui convivono anime diverse ed era stato lo stesso Mentana aveva espresso la sua linea rigorosa sugli ospiti da invitare in studio, sia in relazione al tema del Covid che sulla guerra:

Scrissi qui cinque mesi fa che mi onoravo di non aver mai ospitato nel tg che dirigo nessun esponente dei no vax. Allo stesso modo mi onoro oggi di non invitare chi sostiene o giustifica l’invasione russa in Ucraina. E uso quelle stesse parole per rivendicarlo, senza dover aggiungere nemmeno una virgola: chi mi dice che così impongo una dittatura informativa, o una censura alle opinioni scomode, rispondo che adotto la stessa linea rispetto ai negazionisti dell’Olocausto, ai cospirazionisti dell’11 settembre, ai terrapiattisti, a chi non crede allo sbarco sulla luna e a chiunque sostiene posizioni controfattuali, come sono quelle di chi associa i vaccini al 5G o alla sostituzione etnica, al Grande Reset, a Soros e Gates o scempiaggini varie. Per me mettere a confronto uno scienziato e uno stregone, sul Covid come su qualsiasi altra materia che riguardi la salute collettiva, non è informazione, come allestire un faccia a faccia tra chi lotta contro la mafia e chi dice che non esiste, tra chi è per la parità tra uomo e donna e chi è contro, tra chi vuole la democrazia e chi sostiene la dittatura.

Un nuovo speciale sulla guerra il 23 giugno

Mentana, peraltro, tornerà in onda con il suo speciale sulla guerra in prima serata, giovedì 23 giugno, per un approfondimento in cui verrà accompagnato ancora una volta da Dario Fabbri, il giornalista che per 100 giorni ha seguito insieme a Mentana gli sviluppi del conflitto negli appuntamenti pomeridiani di La7.

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