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Maurizio Costanzo condannato per l’ironia sul caso Gessica Notaro: “Complimenti al gip”

Nel 2017, Gessica Notaro si mostrava per la prima volta a volto scoperto sul palco del Maurizio Costanzo Show dopo l’aggressione con l’acido da parte dell’ex. Costanzo si espresse ironicamente sull’operato del gip di Rimini che dispose il divieto di avvicinamento nei confronti di Tavares anziché i domiciliari come chiedeva la Procura.
A cura di Giulia Turco
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Maurizio Costanzo è stato condannato per diffamazione per i commenti espressi sul gip di Rimini Vinicio Catarini che nel 2017 si pronunciò in tribunale sul caso di Gessica Notaro. La condanna nei confronti del giornalista ora arriva dal tribunale di Ancora, che ha previsto un anno di reclusione, con pena sospesa, e 40mila euro di danni.

Cosa aveva detto Costanzo sul gip di Rimini

Era aprile 2017 e Gessica Notaro si mostrava per la prima volta in tv a volto scoperto dopo la terribile aggressione con l’acido da parte dell’ex fidanzato Edson Tavares di qualche mese prima. Ascoltando la sua storia sul palco del Maurizio Costanzo Show, il conduttore si era espresso ironicamente a proposito della decisione del gip di Rimini di disporre il divieto di avvicinamento nei confronti di Tavares anziché gli arresti domiciliari, come invece aveva richiesto la procura. “Complimenti a questo a gip”, ha detto Costanzo in onda durante il programma. “Vogliamo dire il nome del gip che ha fatto questo? Diamo il nome. Io mi voglio complimentare col gip. Dico al Csm, al Consiglio Superiore della magistratura: fate i complimenti da parte mia a questo gip che ha deciso questo”. 

Avrebbe offeso la reputazione del magistrato

Il nome del gip in quella sede non venne mai fatto, ma l’accusa sostiene che l’identità del magistrato fosse sufficientemente nota con riferimento alla vicenda. Costanzo avrebbe offeso la sua reputazione “lasciando intendere che le conseguenze gravissime derivate dalla donna fossero conseguenza dell’atteggiamento inoperoso o superficiale dello stesso giudice, che non era stato sufficientemente vicine nel seguire l’evoluzione della vicenda". La difesa di Costanzo ha sempre sostenuto che da parte del giornalista non ci fosse alcuna volontà diffamatoria nei confronti del giudice.

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