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Liliana Segre su Chiara Ferragni: “È come una nipote, è molto affettuosa”

Chiara Ferragni e i Maneskin raccontati da Liliana Segre nella bellissima intervista da Fabio Fazio, a Che Tempo Che fa.
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Liliana Segre è stata una grande protagonista della serata televisiva di domenica 23 ottobre. Una lunga intervista a Che tempo che fa nella quale ha avvertito del pericolo che la Shoah e i suoi eventi  possano presto scomparire dai libri di scuola. La perdita della "memoria" è il pericolo più grave. Ma c'è stato anche modo di alleggerire, commentando quelli che sono i costumi odierni, le principali stelle del patinato mondo della tv e dello spettacolo. I nomi più forti sono due, ovviamente: Chiara Ferragni e i Maneskin.

Il commento di Liliana Segre su Chiara Ferragni

La 92enne senatrice ha parlato del suo rapporto con Chiara Ferragni, spiegando di ritenerla una persona all'altezza. La prossima co-conduttrice del Festival di Sanremo è molto stimata da Liliana Segre. Queste le sue parole:

Seppur abituata a un successo continuo da sempre, è stata molto umile. Io ho nipoti solo maschi, ma è stata una nipote affettuosa.

Tra le due c'era già stato un incontro per scambiare la reciproca amicizia e per testimoniare a una platea più ampia il ricordo dei giorni che, ancora bambina, Liliana Segre passò ad Auschwitz.

Liliana Segre sui Maneskin

C'è stato anche un passaggio sui Maneskin, la band del momento. Liliana Segre scherza anche sul titolo della canzone con Fabio Fazio: "È l'unica cosa che non ho capito, rapita troppo com'ero dalla loro immagine"

I Maneskin sono ragazzi in gamba, mi piace la loro musica. Non ho capito bene quel ‘Zitti e buoni’ il titolo. Mi interessa, vorrei approfondire, il loro testo. Ma, in linea di massima, sono sempre molto attenta a tutto quello che rappresenta questo fenomeno.

Liliana Segre ha condiviso anche le sue idee sulla guerra. La senatrice a vita non si è detta ottimista: "Ho un tale orrore della guerra, mi ricorda quello che porta, per cui sono incapace di fare niente e mi identifico con gli ucraini che perdono case, i loro cari, foto, libri, le cose insomma, che sono la vita di tutti i giorni".

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