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I figli di Tiziano Ferro lo chiamano papà guardandolo in tv: “Tutto il senso della mia vita”

Tiziano Ferro ha condiviso su Instagram il momento in cui i figli Margherita e Andres lo hanno visto per la prima volta in tv, chiamando a gran voce “papà, papà”. “C’è tutto il senso della mia vita dietro questa parola pronunciata in maniera così innocente, così dolce”, ha scritto il cantante.
A cura di Elisabetta Murina
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Dopo un periodo passato in Italia per promuover il suo nuovo album, Il Mondo è nostro, Tiziano Ferro è tornato a Los Angeles. Ad aspettarlo a casa il marito Viktor e i figli Margherita e Andres, arrivati in famiglia lo scorso febbraio e accolti con grande gioia dal cantautore.

La reazione dei figli nel vedere il papà in tv

Tiziano Ferro ha condiviso su Instagram un breve video in cui mostra il momento in cui Margherita e Andres lo hanno visto per la prima volta in televisione. Il cantante è stato ospite nel salotto di Verissimo con Silvia Toffanin nel corso della puntata del 13 novembre, ripercorrendo alcuni momenti della sua vita, dalla difficile depressione all'esperienza della paternità. I due bambini hanno chiamato a gran voce "papà, papà", facendo emozionare lo stesso Ferro che, infatti, ha scritto:

C’è tutto il senso della mia vita dietro questa parola pronunciata in maniera così innocente, così dolce. Se è vero che il rispetto è la forma più alta di amore allora vi dico che anche questi due nanetti vi ringraziano. Perché hanno rispettato la lontananza di papà e voi vi siete presi cura di lui mentre era lontano, affinché potesse sentirsi accolto ed amato come non mai.

L'intervista a Verissimo di Tiziano Ferro

Intervistato da Silvia Toffanin, Tiziano Ferro ha parlato della sua musica e anche della sua vita privata. Ha parlato dei primi anni del successo e delle difficoltà che ha vissuto, della depressione, dell'omosessualità e dell'esperienza della paternità.

Dicevo che ero felice, ero molo grato e sentivo quella gratitudine come qualcosa che mi spingeva il mio cervello e il cuore verso quest'obbligo morale di esserci e non lamentarmi, non potevo neanche dire come stavo. Sapevo che era una cosa che non capitava a tutti e mi sentivo inadeguato. Fisicamente arrivavo da periodo diverso, sono stato emarginato tutta l'adolescenza, perché sfigato e grasso.

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