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Carlotta Proietti ricorda il padre Gigi a due anni dalla scomparsa: “Non è vero che fa meno male”

Carlotta Proietti ricorda il padre Gigi, scomparso esattamente due anni fa. L’attrice rievoca momenti trascorsi insieme e aggiunge: “Non è vero che dopo un po’ fa meno male, mi manchi più che mai”.
A cura di Ilaria Costabile
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Due anni fa, il 2 novembre 2020, nel giorno del suo compleanno, ci lasciava Gigi Proietti, tra i più grandi artisti  dello spettacolo italiano, che ha lasciato un grande vuoto per tutto quello che è riuscito a costruire in decenni di carriera e di amore per il teatro. A ricordarlo, con estrema tenerezza è sua figlia Carlotta, che su Instagram lascia fluire le sue emozioni.

Il dolce messaggio di Carlotta Proietti

Un messaggio che lascia trasparire il dolore per una perdita così grande, incolmabile, come quella di un padre amorevole, presente accogliente, come è stato Gigi Proietti con le sue figlie. A ricordare i momenti insieme, anche in scena, immaginandolo al suo fianco, è Carlotta che scrive:

2 anni. Non dare retta, non è vero che dopo un po’ fa meno male. Sarà la parte pubblica che mi ha risucchiato l’anima, sarà che più il tempo passa più mi manchi, mi manca ogni cosa. E ho paura che il tempo mi porti via dei pezzetti, che il mio cervello rimuova in automatico, per proteggermi.
Allora ogni tanto ripasso, chiudo gli occhi per sentire la tua voce.

La voce, inconfondibile, di Gigi Proietti è quella che riecheggia nella mente di sua figlia, ma non è quel timbro che anche il pubblico ha imparato a riconoscere e ad amare, bensì quel parlare carezzevole che si scambiavano tra loro. Lo racconta, commossa, continuando il suo post nel ricordo di un padre che è stato per lei anche un maestro, soffrendo la sua mancanza:

E non è quella che conoscono tutti, ma quella che avevi con me, quella che si addolciva al telefono quando riconoscevi la mia.
L’altra sera ero in scena, guardavo il nostro amato finto Globe, di spalle al pubblico. Ho chiuso gli occhi, immaginando di essere ancora in quello vero, e tu eri lì, con noi. A gioire per un applauso, a sudare, a ridere, a cantare. Grazie. Com’è difficile stare in questo gioco, e com’è struggentemente bello.
Ti voglio bene e mi manchi, più che mai.

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