28 Febbraio 2023
16:42

Benigni ritira la querela contro Report, il programma di Ranucci era accusato di diffamazione

Benigni e la moglie Nicoletta Braschi hanno ritirato la querela nei confronti di Sigfrido Ranucci e di Giorgio Mottola, curatore del servizio sugli studi cinematografici di Papino nel quale, secondo le accuse, si lasciava intendere che la coppia avesse utilizzato finanziamenti pubblici per la loro ristrutturazione.
A cura di Giulia Turco

Roberto Benigni ha ritirato la querela avanzata nel 2017 contro Report, il programma di Sigfrido Ranucci accusato di diffamazione aggravata. Nel mirino dell’attore premio Oscar e della moglie Nicoletta Braschi, la messa in onda di una video inchiesta dedicata ai fondi stanziati dallo Stato a favore del cinema, nella quale si parlava del fallimento degli studi di Papigno, che Benigni avrebbe voluto trasformare in una nuova Cinecittà.

Perché Benigni e Nicoletta Braschi hanno ritirato la querela

Il caso è ufficialmente chiuso. Benigni e la moglie hanno infatti ritirato la querela nei confronti del programma Rai, nello specifico  di Sigfrido Ranucci e di Giorgio Mottola, curatore del servizio sugli studi cinematografici di Papino, dove venne girato La vita è bella. “Nel corso delle puntata del 10 e del 17 aprile 2017 dalla trasmissione Report”, si legge nella nota diffusa dai legali della coppia, “erano state diffuse notizie false e gravemente lesive della reputazione dei miei additivi, relativamente alla vicenda degli studi cinematografici di Papigno”. Con il procedere dell’inchiesta e del coinvolgimento di Mottola e Ranucci in tribunale, Roberto Benigni e Nicoletta Braschi si sarebbero poi rammaricati ritenendo fosse giusto “rimettere la querela e così estinguere il giudizio”. 

Il servizio sugli studi di Papigno

Il servizio andato in onda su Report intendeva raccontare la situazione economica del cinema italiano, con un focus sull’acquisto e la ristrutturazione degli studi umbri dove Benigni girò La vita è bella e Pinocchio, che sarebbero avvenuti grazie a fondi pubblici e quindi a spese dei contribuenti. “Non abbiamo mai detto che Benigni e Braschi hanno usufruito di finanziamenti pubblici per la ristrutturazione”, fanno sapere in un comunicato Mottola e Ranucci. “Ci dispiace se sono nate delle incomprensioni a seguito del servizio e siamo lieti che le presenti precisazioni abbiano consentito a Nicoletta Braschi e Roberto Benigni di rinunciare alle iniziative giudiziarie intraprese nei nostri confronti”. 

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