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Mauro Coruzzi ricorda Maurizio Costanzo: “Assente ai funerali, inopportuno rubargli la scena”

Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ricorda Maurizio Costanzo. L’artista confessa a Fanpage.it perché non ha partecipato ai funerali: “Al presenzialismo televisivo ho detto di no”. E sul Costanzo uomo: “Divorato dalle passioni, mi raccontava che nei matrimoni precedenti doveva stare sempre attento a non farsi intrappolare da queste cacciatrici di mariti”.
A cura di Andrea Conti
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Ancora oggi Mauro Coruzzi, in arte Platinette, parla di Maurizio Costanzo al presente e non al passato. I due hanno avuto un lunghissimo rapporto professionale prima e di amicizia dopo, iniziato con un “no” di Platinette al Costanzo Show nel 1999 per una puntata dedicata alle drag queen. Poi una telefonata e un invito per parlare dei disturbi alimentari e da lì è iniziata una lunga amicizia fatta di risate, confidenze e rispetto. Coruzzi e Costanzo si sono dati del lei fino all'ultimo. “Sa di musica, legge, lo stimo: è una persona molto sensibile, può apparire a volte arrogante ma non lo è”, diceva il noto conduttore di lui.

Chi era per te Maurizio Costanzo?

A costo di risultare un po' presuntuoso, non uno uguale a me, ma un alter ego, sì. Questo nonostante lui nominasse Flaiano, io invece pensavo a Zsa Zsa Gabor. Negli ultimi anni mi mancano gli amici di riferimento, quelli coi quali puoi passare da una conversazione trash ad argomenti alti. E lui era così, era uno di quelli. Indimenticabile una delle tante ‘Buona domenica' che abbiamo fatto assieme, quando mi aveva convocato nel suo studio.

Cos'era accaduto?

Sono entrato e l'ho trovato che scoppiava a ridere a crepapelle. ‘Non sa che cosa è successo', mi ha detto. Una concorrente del ‘Grande Fratello' (a quei tempi uscivano dalla Casa e andavano ospiti al Costanzo Show e a Buona Domenica), alla domanda di Maurizio ‘lei cosa sa fare?‘, si era tirata su tutto il vestito sopra, rimanendo col seno fuori (ride, ndr). Per dire come alcuni personaggi che volevano conquistare la popolarità erano disposti a qualsiasi cosa.

Cosa ti piaceva di lui?

Il ritrovare la stessa propensione alla comunicazione. Eravamo entrambi ‘workaholic', nel senso che se non lavoriamo non stiamo bene, abbiamo la passione della radio che è stata la sua base di partenza, l'amore smisurato per Mina (lui forse anche più di me, che ce ne vuole), la voglia del pettegolezzo fatto bene. Lui vedeva già oltre, mi aveva invitato a cambiare pelle. Sapeva che Platinette era funzionale per alcune cose, così mi disse: ‘proviamo a togliere questi panni?‘. Io risposi ‘non ci penso nemmeno, sei fuori di testa, così perdo la mia privacy‘. Poi ho ceduto e ciao privacy.

“Vive tutto con molta sofferenza. Il suo ingrassare a dismisura, la sua solitudine estrema”, diceva Costanzo di te. Com'è riuscito a capirti?

Credo dipendesse dalla sua testa da rabdomante quel continuo trovare le sue stesse caratteristiche negli altri. Perché di fondo era una persona molto malinconica, che aveva una passione sfrenata per la passione stessa. Come me è borderline: quanti matrimoni, quante storie, quante donne, quanta ammirazione per il sesso e quanta ammirazione al tempo stesso per il lavoro come tale. Non c'è la misura in lui, perché era lontanissimo dalla mediocrità che è un po' ‘il senso comune' del tv di oggi. Una mediocrità orrenda, che non lo riguardava e che, per questo, mi permetteva di stupirmi ogni volta che apriva bocca.

Ricordi il tuo primo Costanzo Show nel 1999?

La prima volta che sono stato convocato da Costanzo era per partecipare a una puntata sulle drag queen. Mi aveva chiamato perché aveva letto un pezzo su Panorama, in cui raccontavo del mio ruolo femminile. Gli risposi che non ero interessato, che non mi piaceva essere incluso in quel gruppo. Avevo quasi più pregiudizi di lui o forse ero solo presuntuoso. Ma un no con lui non era possibile. Mi ha chiamato qualche settimana dopo per una puntata sui  disturbi alimentari. "Sì, ne so qualcosa", gli risposi. È partito tutto da lì.

E invece l'ultima volta che vi siete visti al Parioli?

L'ultimo Costanzo Show che abbiamo registrato a novembre, nel giorno del mio compleanno. Patty Pravo era prevista ospite della puntata, ho creduto per un attimo che fosse un mio regalo di compleanno, ma non lo era (ride; ndr). Dopo un'ora ancora Patty non arrivava. Costanzo ha iniziato a spazientirsi e ha esclamato: ‘Eh vabbè faremo senza, o meglio, c'è chi si fa notare per la propria presenza e chi per la propria assenza‘. E in quel momento è apparsa la Pravo, meravigliosa. In quella puntata mi sono tolta la parrucca per l'ennesima volta e l'ho messa in testa a Maurizio, faceva il ritroso ma solo per scherzo. Ci siamo dati la mano, quasi di nascosto. Erano i nostri gesti, dopo tantissime puntate assieme. Complicità vera.

Perché vi davate del lei, ancora dopo tanti anni?

Non ho mai confuso i ruoli. Sono dell'idea che non si debba diventare amico di chi stimi profondamente, con la mano sulla spalla. Devono sempre rimanere dei riferimenti. Lo stesso ho fatto con Mina. Non mi è venuto mai in mente con lei di comportarmi da amico, per me è una identità divina.

La tua assenza ai funerali si è fatta sentire. Come mai non sei andato?

Al presenzialismo televisivo ho detto di no. Parlare di sé mi sembrava inopportuno, oltre che irrispettoso nei suoi confronti. I lutti vanno osservati anche rispettando i tempi di elaborazione, meglio rimanere in silenzio finché non li si supera. Ognuno deve superarlo a suo modo. Costanzo non va ricordato perché si deve riempire un programma per prendere qualche punto di share in più. Va studiato come fenomeno di comunicazione, come quando Eco scrisse nel '61 la fenomenologia di Mike Bongiorno. Non c'è altro modo.

Come hai saputo la notizia della morte?

Per caso, da una giornalista che mi ha chiamato al telefono. Sono rimasto stordito per tutto il giorno. Ho acceso la tv e ho sentito conduttrici che si facevano auto-promozione, parlando di Costanzo. Sono rimasto basito con la consapevolezza che queste persone, non sapevano cosa stessero dicendo.

C'è qualcosa che oggi gli diresti che non hai mai avuto il coraggio di dirgli per pudore?

Gli direi che avrebbe fatto meglio a non farmi certe rivelazioni perché sono inaffidabile, corro il rischio di non tenere niente per me, ma è talmente forte il rispetto che ho per lui e il senso della mancanza che non lo tradirò mai. Non gli farei più tante confessioni sui miei disturbi alimentari, visto che lui per un bignè avrebbe tradito non so chi e io lo stesso per un trancio di pizza con un litro e mezzo di Coca-Cola ghiacciata.

Nient'altro? 

Gli direi anche che si è fatto travolgere troppo dalla passione. Mi raccontava che nei matrimoni precedenti, con Maria (De Filippi, ndr) discorso a parte perché è stata ed è la donna della sua vita, doveva stare sempre attento a non farsi intrappolare da queste cacciatrici di mariti.

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