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Margherita Mazzucco dall’Amica Geniale a Chiara: “Sono una donna rivoluzionaria”

Margherita Mazzucco è la protagonista di “Chiara” il film diretto da Susanna Nicchiarelli che racconta la storia di Santa Chiara. Dopo l’esperienza dell’Amica Geniale, in cui ha interpretato Elena Greco, la giovane attrice si racconta e senza nascondere un po’ di scaramanzia rivela anche cosa vorrebbe fare “da grande”.
A cura di Ilaria Costabile
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Foto in primo piano Erica Fava, styling: Lorenzo Muscarà, make-up: Luciano Squeo
Foto in primo piano Erica Fava, styling: Lorenzo Muscarà, make-up: Luciano Squeo

L'abbiamo vista ancora acerba vestire i panni di un personaggio importante, a tratti ingombrante, come quello di Elena Greco, protagonista della tetralogia di Elena Ferrante, L'Amica Geniale, un ruolo che l'ha portata alla notorietà e che l'ha catapultata in un mondo complesso come quello del cinema e della televisione. Margherita Mazzucco, adesso, si trova ad interpretare il suo secondo ruolo centrale, ma stavolta in un film, Chiara, diretto da Susanna Nicchiarelli, presentato quest'anno alla Mostra del Cinema di Venezia e da oggi, 7 dicembre, nelle sale.

Tanto Lenù, quanto Santa Chiara, sono state a loro modo donne rivoluzionarie, donne che hanno scardinato degli stereotipi e Margherita a soli vent'anni ha dimostrato di avere il carattere giusto per interpretare personalità così forti, pur essendo una persona riservata: "Non mi piace stare al centro dell'attenzione, mi piacciono le cose più intime, mi imbarazzo facilmente". Eppure sul set sprigiona tutta la sua energia, convogliandola nei gesti, nello sguardo, nella cadenza delle parole e se quando ha iniziato non era affatto intenzionata a fare l'attrice, adesso, che un po' di tempo è passato dice: "Ora so che è quello che voglio fare da grande". 

A Fanpage.it l'attrice napoletana si racconta, parlando del nuovo film, dell'impatto con la Ferrante Fever e, senza nascondere un briciolo di scaramanzia, fa intendere che la vedremo presto in qualche nuovo progetto.

La storia di Chiara è quella di una donna a suo modo rivoluzionaria. Cosa significa per te essere rivoluzionari oggi?

Credo che la storia di Chiara sia molto attuale proprio per questo aspetto rivoluzionario. Ci sono tantissime Chiara in tutto il mondo, da sempre, ogni giorno ci sono sempre delle rivoluzioni in corso come adesso quella in Iran. Chiara, a suo tempo, lo fa fatto con il Papa, lei riesce nel suo intento soprattutto grazie alla forza delle sue sorelle, il concetto di sorellanza è una cosa molto attuale, anche perché uniti si riesce sempre meglio.

Si dice che siano i giovani ad innestare le più grandi rivoluzioni. Tu sei giovanissima, hai 20 anni, hai mai sentito questo desiderio di cambiare ciò che non ritenessi giusto?

Sì, ricordo che a scuola c’erano tantissimi ragazzi e ragazze che mi facevano sentire così, si incontravano il pomeriggio, discutevano di politica, di scuola, ma l'obiettivo è sempre stato quello: la necessità di una ribellione, una voglia di farsi sentire.

Chiara ha deciso di liberarsi anche dall'egemonia del padre, possiamo considerarla una prima lotta contro il patriarcato? 

È una vecchia storia quella della lotta al patriarcato. Adesso c’è sicuramente un’emancipazione diversa da quella del 1200, ma comunque non siamo arrivati al punto che vorremmo in termini di libertà, ci stiamo lavorando. Quella di Chiara a suo modo è una scelta di libertà, quella di lasciare la famiglia e la nobiltà in cui viveva, lei decide di spogliarsi di tutti i suoi averi per seguire l'esempio di Francesco.

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Sebbene poi lei accetti comunque la clausura.

Sì, alla fine accetta la clausura, ma anche quella è una forma di libertà. Nel 1200 le ragazze erano costrette a sposarsi giovani, fare figli e rimanere chiuse in casa, mentre la clausura era comunque una scelta diversa, una scelta quasi ribelle per l’epoca.

Ti sono state date delle indicazioni in merito alla recitazione dovendo interpretare una donna di fede?

Susanna (Nicchiarelli ndr.) sin da subito mi ha detto che avrebbe voluto semplicemente una ragazza di 18 anni, portatrice di un ideale e con un grande carisma. Non è stato complicato inserirmi in un'epoca così lontana dalla mia, nel Medioevo. Poi lei mi ha parlato di altri film in cui è apparsa Santa Chiara, mi ha parlato anche di Jesus Christ Superstar, di Hair, che sono dei musical e infatti nel film noi balliamo e cantiamo. Voleva li vedessimo. All'inizio mi sono ispirata alla Chiara di Helena Bonham Carter del film di Liliana Cavani.

Eppure, ad un primo impatto, Chiara è diversa dall'immaginario che si ha di un personaggio religioso. 

Sì, anche a livello estetico, non era la solita Chiara santa con il velo, raffigurata come l’ombra di Francesco, anzi, è una chiara presente, attiva, con i capelli corti i denti sporchi. Devo dire che Susanna mi ha lasciata molto libera durante tutto il film, mi ha sempre detto: "questo è il nostro film lo facciamo insieme, sentiti libera di dirmi tutto quello che senti riguardo al personaggio", e mi ha ascoltata sempre, in ogni mio dubbio.

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Qual è il messaggio più forte che ti ha lasciato la storia di Chiara?

L’importanza della comunità, della sorellanza, dello stare insieme. Se Chiara non avesse avuto il supporto delle sue sorelle, forse, non sarebbe riuscita ad ottenere quello che voleva: scrive la sua regola e fonda un ordine femminile e non un ordine maschile declinato al femminile, pur dovendo accettare dei compromessi.

E Margherita che compromessi ha dovuto accettare per ottenere ciò che ha sempre desiderato?

Il rapporto con il pubblico, con l’essere riconosciuta, non è una cosa che mi piace molto, ma fa parte di questo lavoro e quindi è un compromesso che devo accettare per farlo. Mi piace molto la parte che c'è prima di un film, durante, quella di dopo è un qualcosa che mi appartiene meno, perché sono molto riservata quindi mi imbarazzo quando ricevo dei complimenti, quando le persone mi riconoscono per strada. Fa piacere, perché è grazie al pubblico se sono arrivata al cinema, ma come Margherita non è una cosa che preferisco.

Finora hai dovuto recitare in dialetto e ora in volgare, come è stato parlare nella lingua del 1200?

È andata abbastanza bene, ho fatto solo tre o quattro lezioni di umbro volgare, poi il latino l’ho studiato al liceo, e c’erano delle ragazze sul set, ogni tanto andavo da loro a chiedere "l’ho detta bene questa?". A volte mi facevo mandare dei messaggi vocali da una ragazza che ha partecipato nel film, li sentivo e li ripetevo sul set con il tono in cui li diceva lei.

C'è una parte interessante del film, quella in cui si cerca di non enfatizzare le doti miracolose di Chiara. Perché?

Sì, secondo me questa è anche la parte centrale del film, la questione dei miracoli. Non sono dei gesti che fa direttamente Chiara, sono delle cose che fa Dio attraverso la sua persona, sono cose che succedono malgrado lei, che per prima ne è spaventata ed è sorpresa. Non li rinnega, ma non ha fatto questa scelta perché voleva diventare santa, non voleva che le persone la seguissero per queste sue doti. Nella scena con Lo Cascio prima che lui diventasse papa, lei dice "io non sono la badessa, sono la sorella delle sore mie" è un desiderio di uguaglianza, non vuole fare paura a chi la circonda, vuole stare con le persone.

I ruoli che hai interpretato finora sono sempre stati di donne risolute, molto riflessive, ti vedresti in un personaggio più sbarazzino?

Sì, tantissimo. Mi piacerebbe spaziare, mi piacerebbe fare una commedia, una cosa un po’ più leggera, anche un film d’azione, però so che quello che mi riesce meglio, per ora, sono le cose un po’ più intime, i dialoghi fra due persone, scavare nei rapporti umani o con sé stessi. Esistono entrambi i lati di me, quello più sbarazzino e il lato un po’ più riservato.

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Sei stata Lenù ne L'Amica Geniale, un ruolo importante. Hai sentito la responsabilità di un personaggio che era già amatissimo quando l'hai portato sul piccolo schermo?

Ho cominciato l'Amica Geniale e ho portato avanti il progetto per tre anni con una grandissima incoscienza. Il primo anno non sapevo a cosa stessi andando in contro, non volevo fare l’attrice, non ci avevo mai pensato, sono arrivata al provino per caso. Sono entrata in questa giostra velocissima, in questa lavatrice, non mi sono mai resa conto di quello che stavo facendo per il pubblico, adesso posso dire che la responsabilità era tanta. C’era il fenomeno della Ferrante Fever, i libri li avevano letti in tantissimi, quindi c’erano anche delle grandi aspettative. Fortunatamente non le ho sentite perché altrimenti avrei avuto l’ansia per tre anni, col senno di poi ho fatto bene così.

E ora che hai lasciato questo personaggio, come ti senti?

Non è stata una passeggiata, sono stati tre quattro anni molto intensi. Sono stata contenta di lasciare questo personaggio per il semplice fatto che credo fosse arrivato il momento giusto, io ero pronta a lasciarlo e il personaggio forse era pronto ad avere un’evoluzione. Sono stata abbastanza serena l’ultimo giorno di set, ero contenta poi che lo interpretasse Alba perché la conosco molto bene e lei conosce molto bene il personaggio.

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Alba Rorwacher prenderà il tuo posto, avete avuto modo di confrontarvi?

Alba c’è stata dal giorno zero, dal primo anno mi ha sempre aiutato tantissimo.

Ci sarete anche tu e Gaia Girace nella quarta stagione? Si parlava di un vostro cameo. 

In verità non saprei, hanno iniziato a girare da poco, quindi non lo so.

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Sullo schermo ti abbiamo sempre visto piuttosto pacata, riservata, pensi che questo tuo modo di stare in scena arrivi al pubblico nella giusta maniera?

Non lo so, non mi sono mai preoccupata tanto del pubblico, ho sempre fatto quello che mi sentivo da fare, quello che sentivo fosse giusto per il film.

Ora che hai concluso anche il tuo percorso scolastico, pensi di voler intraprendere uno studio più approfondito della recitazione?

Preferisco lavorare con dei coach per dei progetti specifici, non lo escludo perché non si finisce mai di imparare, però per adesso non lo prendo in considerazione.

Non eri sicura di voler fare l'attrice quando hai iniziato, adesso pensi che sarà il tuo lavoro "da grande"?

Sì, penso proprio di sì.

Nuovi progetti? 

Sono molto scaramantica, vedremo.

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