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Gerry Scotti: “Fosse per me avrei fatto solo radio, ma nella mia carriera ho solo due rimpianti”

Gerry Scotti si racconta in un’intervista la parabola ascendente della sua carriera, che ha vissuto con grande stupore e al tempo stesso gratitudine.
A cura di Ilaria Costabile
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Tra i personaggi più amati della tv c'è senza dubbio Gerry Scotti, il noto conduttore si è raccontato in un'intervista al Corriere della Sera, dove ha ripercorso la sua carriera, che lo ha visto salire sempre in alto, sebbene non avesse cercato in prima persona tutto il successo che ha poi ottenuto nel tempo: "Non ho mai desiderato diventare chi sono: non era il mio obiettivo. Semplicemente sono successe molte cose che sembravano perfino a me al di là della mia portata." Tra i suoi rammarichi quello di non aver potuto continuare con la recitazione.

Dalla radio alla tv, una carriera in ascesa

La grande passione di Gerry Scotti è sempre stata la radio, iniziata con Linus a Milano e poi ripresa a sprazzi nella sua lunga carriera votata alla televisione: "Se non avessi preso la mia strada, oggi sentireste lui e me, perché quello volevo fare, la radio". Il merito di questo salto lo si deve a Claudio Cecchetto: "Si è preso la briga per primo di dirmi che quello che facevo in radio potevo farlo, allo stesso modo, in tv: aveva inventato la radio visione con Deejay television", ma da quel momento la vita di Gerry Scotti cambia in maniera repentina. Diventa man mano un volto della televisione, ma come era accaduto in passato qualcuno aveva intravisto in lui delle potenzialità:

In tv conducevo programmi musicali. Un giorno, nel parcheggio di Mediaset incontro Fatma Ruffini, la signora della tv. Mi guarda e mi dice: “Ti devo parlare; domani alle 11 in ufficio da me. Tu sei adatto per essere formato famiglia: l’anno prossimo condurrai Il gioco dei Nove. Per me era una notizia ferale: non mi sentivo all’altezza, non mi sentivo nel ruolo. Non avevo idea, quando sono entrato in quello studio, che per 35 anni sarebbe diventato il mio lavoro, la mia vita e il modo in cui tutti gli italiani mi hanno conosciuto.

Il rimpianto della recitazione

I quiz, ma non solo, arriva la consacrazione con il Festivalbar, scelto dal patron della rassegna, che una volta visto il riscontro del pubblico lo chiamò: "Entro nella sua stanza e mi dice: “Gerry Scotti? L’anno prossimo il Festivalbar lo presenti tu". Tante le esperienze nella sua carriera, ma ci sono state anche delle occasioni perse e di cui Scotti si è pentito, come racconta al Corriere con una certa nostalgia:

Enzo Garinei, sapendo che il mio mito è Johnny Dorelli, mi chiese di fare un grande Aggiungi un posto a tavola. Mi pareva una cosa enorme e non ho avuto nemmeno il coraggio di rispondergli, non me lo perdono. Un altro grande che si era inventato una cosa per me era Bud Spencer: avrei pagato, anche in quel caso, per accettare ma erano proposte che mi avrebbero portato via mesi, come potevo? Però non ho nulla di cui mi vergogno o che non rifarei.

Il rapporto con la sua compagna Gabriella

Da ragazzo di periferia, Gerry Scotti non ha mai vissuto la differenza con chi, anche a liceo veniva da una classe sociale diversa, ma da quei valori, quell'educazione semplice non si è mai staccato: "Sono rimasto in contatto con quello che ero, ed è stata la mia salvezza". Anche la famiglia è servita nel mantenere salde le sue radici, anche quando a poco più di 40 anni ha perso i suoi genitori e ha dovuto superare un divorzio:

assieme ai miei amici, a mio figlio e alla famiglia che ho ricostruito con Gabriella e i suoi figli, sono riuscito a portare avanti i valori in cui credo. A gennaio Edoardo mi renderà di nuovo nonno e sono riconosciuto come figura paterna anche dai figli della mia compagna: sono il rompiscatole che dice di spegnere la luce o non far scorrere l’acqua in casa.

E sul perché non ha deciso di sposarsi con la sua compagna dice ridendo: "Ci stiamo studiando. Non so quante sarebbero riuscite a stare tanti anni con un uomo nazionalpopolare come me, io so che avevo assolutamente bisogno di una donna come lei. Non ama il clamore, quasi la infastidisce". 

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