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Emmanuelle Seigner attrice e moglie di Polanski: “Le accuse contro di lui ci hanno unito di più”

Emmanuelle Seigner attrice e moglie di Roman Polanski, durante la premiazione al Filming Italia, ha parlato del suo rapporto con il marito con in quale è sposata da 33 anni superando anche un’onta come quella dell’accusa di stupro ai danni del regista.
A cura di Ilaria Costabile
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Emmanuelle Seigner, attrice francese premiata al Festival Filming Italia con un premio alla carriera, ha raccontato sulle pagine del Corriere della Sera il suo rapporto con suo marito Roman Polanski, con il quale è sposata da 33 anni, superando tutte le difficoltà che hanno investito il loro matrimonio, e che li hanno uniti ancora di più.

Il rapporto con Roman Polanski

È una delle più note e apprezzate attrici francesi, protagonisti di film che hanno fatto la storia del cinema internazionale, diretta dai più svariati registi, compreso suo marito Roman Polanski, e diventata una vera e propria icona, anche se nonostante sia il suo compagno di vita da più da trent'anni, anche a lui qualche volta è in grado di dire di no, come nel prossimo film in uscita: "In The Palace non ci sarò. Ha un bel cast, ma il mio ruolo non mi piaceva tanto, e per la prima volta ho detto no a Roman. Ma lui è molto sensibile, ho dovuto dirglielo in modo delicato, non volevo ferirlo. Ci amiamo, ci ammiriamo, siamo complici, simili di carattere, abbiamo lo stesso umorismo dark. Ci siamo sposati perché lui lo voleva e il matrimonio ci ha regalato felicità. Mi piace la famiglia". 

L'accusa di stupro che colpì il regista

Un rapporto quello con Roman Polanski che nasce prima sul piano lavorativo e poi su quello sentimentale e che con il passare degli anni si sono intrecciati. Si sono incontrati a metà degli Anni Ottanta e non si sono lasciati più: "Nel 1985, io avevo 19 anni, che corrispondono ai 30 di oggi. Non ero così bambina. La Francia era molto più libera di ora, stiamo diventando puritani come gli americani. Macron è bravo in economia e nelle relazioni ma è troppo orientato sul politically correct, che appiattisce la vita. Beati voi in Italia. Vorrei tornare a fare un film qui, Guadagnino, Sorrentino, Garrone, siete pieni di talenti". Intanto il loro legame ha subito degli scossoni non da poco, come l'accusa di stupro, avvenuto in America e che si sarebbe consumato nel 1977, non è stato un momento semplice, dal momento che il regista è stato colpito aspramente dopo l'accaduto: "Dico solo che poteva distruggerci invece ha rinsaldato la nostra unione. Tanti amici ci sono stati vicino. Ma vengo da due anni difficili, ho perso mio padre, mi sto occupando di mia madre". 

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