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Caterina Varzi e l’amore con Tinto Brass: “A me il sesso non interessava, l’ho reso più pudico”

Caterina Varzi e Tinto Brass raccontano del loro amore al Corriere: dal loro primo incontro, dalla fusione dei loro mondi diversi a oggi. “Gli ho fatto accettare un amore non sessualizzato” ha confessato lei, “L’ho liberata dai retaggi della sua cultura d’origine” lui.
A cura di Gaia Martino
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Tinto Brass, il regista considerato il maestro del cinema erotico italiano, e sua moglie, Caterina Varzi, avvocata psicanalista con un passato da ricercatrice universitaria, hanno raccontato del loro amore al Corriere. Due mondi lontanissimi i loro, avvicinati fino ad unirsi perché attratti l'uno dall'altro. "Io erigevo muri, tentavo fughe e difese, gli dicevo che il sesso a me non importava ed era la verità. Ma più glielo dicevo più lui si avvicinava e mi cercava, mi esplorava" ha raccontato lei, più giovane del marito di 28 anni, aggiungendo i dettagli sul loro primo incontro e su come è cambiato il regista dopo l'arrivo della malattia.

Il loro primo incontro nel 2007

"Era il 2007, io facevo l’avvocata per conto di una società di produzione cinematografica interessata a fare un documentario sulla sua vita" ha raccontato Caterina Varzi al Corriere, parlando dell'amore che lo lega al marito Tinto Brass. Seppure immaginava che non fosse l'uomo ideale per lei, dopo aver letto le sue memorie difensive di una causa per atti osceni riguardanti un suo film, "Mi aveva colpito la forza dell'analisi, utopia, potere, follia. Metteva insieme tutto in modo geniale ed eretico e questo mi aveva sedotto". Anche il regista ha detto la sua, rivelando da cosa fosse attratto:

Ero sedotto dalla prigionia del corpo, dal profumo cipriato, dalle cadute di malinconia, dalla sua sfida alle convenzioni. Volevo farne un film, una sorta di Bell’Antonio al femminile. Volevo liberarla e mostrarne l’eros.

A queste parole, la psicoanalista ha aggiunto: "Ho scardinato le sue certezze, facendogli accettare un amore non sessualizzato". La scintilla è scoccata quando lui, dopo averle proposto di interpretare il ruolo di Ziva in Hotel Courbet, aveva dimenticato la borsa a casa sua, così fu costretto a tornare: non ricordava la strada, riuscì a raggiungerla seguendo il suono della musica che lei stava ascoltando. "Ecco, lì ho avuto la percezione che sarebbe entrato nella mia vita in modo diverso" ha aggiunto lei.

Il passato di Caterina Varzi

Caterina Varzi ha raccontato di essersi sentita prigioniera di un corpo troppo esuberante da ragazzina, "il primo rapporto a 27 anni, dopo un matrimonio non consumato". L'ex avvocatessa è cresciuta in un paese della Calabria "dove la donna doveva essere solo una buona madre e una buona moglie e anche il potere femminile, tipo una carriera accademica, non erano viste di buon occhio". Grazie a Tinto Brass si è liberata "dai retaggi della sua cultura d'origine".

Tinto è riuscito nell’impresa di rendermi sereno il rapporto con la sfera corporale attraverso una dimensione alta dell’eros, dove lui vede il senso e il mistero della vita.

La malattia di Tinto Brass e l'amore per la moglie

Nel 2010 il regista ha dovuto fare i conti con un ictus che "gli ha fatto perdere la memoria di colpo e gli ha creato grossi problemi" ha raccontato la Varzi, sempre stata al suo fianco. "L’ho aiutato a recuperare il passato attraverso il suo archivio. Lui dice che l’ho riportato alla vita nel momento in cui pensava alla morte" ha aggiunto confessando che con lei il marito "è diventato più composto e pudico". Così Tinto Brass ha proseguito:

La vita mi ha messo dinnanzi a scelte inaspettate, la libertà di un uomo si evince anche dal rapporto con l’amore, la malattia e la morte. Caterina è la vita che mi danza intorno. Mi ha portato gioia e felicità e io non voglio essere un vecchio patetico per lei.

Un progetto in cantiere riguarda un documentario sulla sua vita, che partirà a settembre: "Titolo Una passione libera, sarà un Tinto Brass alla Hitchcok che presenta i suoi inediti". Le attrici con cui ha lavorato sono sparite, "un po' tutte, ma lui la vive con ironia" ha raccontato Caterina Varzi, aggiungendo di aver visto la Sandrelli che "di recente è venuta a trovarci".  "Anche Anna Ammirati, la Monella, è stata da noi più volte. Con Serena Grandi si sentono al telefono. Le altre, Koll, Galiena, Dellera… nulla. Ma lui sorride dolcemente, adorabile" ha concluso.

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