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Totò Cascio, il bambino di Nuovo Cinema Paradiso: “Perderò la vista per una malattia degenerativa”

Totò Cascio, il bambino protagonista di Nuovo Cinema Paradiso, si racconta in una lunga intervista concessa a Oggi è un altro giorno con Serena Bortone. Quando aveva 8 anni gli è stata diagnosticata una malattia degenerativa agli occhi, che porta alla perdita della vista e che l’ha costretto a ritirarsi dalle scene.
A cura di Elisabetta Murina
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È diventato noto al grande pubblico grazie al suo ruolo da protagonista in Nuovo Cinema Paradiso, il film di Giuseppe Tornatore che ha vinto anche l'Oscar come miglior film straniero. Era il 1988 e all'epoca il piccolo Totò Cascio aveva solo otto anni. Oggi ne ha 42 e ospite del programma Oggi è un altro giorno con Serena Bortone ripercorre la sua carriera e racconta la malattia degenerativa agli occhi che gli è stata diagnosticata in giovanissima età, costringendolo al ritiro dai set.

L'esperienza di Nuovo Cinema Paradiso

Salvatore Cascio (detto Totò) racconta a Serena Bortone (e nel suo libro La gloria e la prova -Il mio Nuovo Cinema Paradiso 2.0) l'esperienza che gli ha cambiato la vita: Nuovo Cinema Paradiso. Il regista Giuseppe Tornatore l'ha scelto come bambino protagonista quando aveva appena otto anni: "Mi hanno scelto casualmente, dopo un paio di provini. Io ero il bambino fortunato, a mio avviso era un segno divino. Tornatore si era innamorato subito di me, mi aveva dato fiducia affidandomi un ruolo fondamentale". Recitare in quel film è stato per lui divertente, quasi un gioco: "Sul set giocavo, era qualcosa di nuovo. Mi sono integrato bene con tutta la troupe e il cast. Tornatore mi ha insegnato cosa è la disciplina, lo porto nel cuore con tanto affetto". 

La scoperta della malattia

Totò Cascio ha scoperto di soffrire di retinite pigmentosa, una malattia degenerativa agli occhi che porta alla perdita della vista, quando aveva solo otto anni. Era appena un bambino e all'epoca stava recitando sul set di Nuovo Cinema Paradiso. Metabolizzare la diagnosi, racconta l'ex attore a Serena Bortone, non è stato facile, vista anche la sua giovanissima età: "Fu drammatico, un bambino non riesce a metabolizzare questo problema, è troppo piccolo".

Il piccolo Totò però ha potuto contare sull'appoggio dei fratelli, specie del più grande Carmelo, a cui è arrivata la stessa diagnosi quando aveva 11 anni: "Anche mio fratello più grande Carmelo ne soffre, l'abbiamo scoperto insieme. Dovevamo trasferirci a Roma, ma mio padre non se la è sentita e siamo rimasti a Palermo, dove ha aperto due supermercati". Condividere con lui questo dolore ha rafforzato ancora di più il loro rapporto e quello con il fratello più piccolo: "Il cuore e il dolore ci uniscono ancora di più. Con i miei fratelli ho condiviso la gioia, la mia ripartenza, ma anche il dolore".

"Ho vissuto la malattia come una vergogna"

L'ex attore racconta che ha passato anni complicati a causa della malattia, vivendola come qualcosa di cui vergognarsi: "Ho vissuto la malattia come una vergogna, avevo paura del giudizio e del pregiudizio, non volevo integrarmi". Quando poi ha scelto di condividere la sua sofferenza è riuscito a riprendere le redini della sua vita, anche e sopratutto grazie alla fede: "Dopo anni difficili sono riuscito a riprendere in mano la mia vita grazie in primis alla fede e alla mia forza. E oggi è molto bello essere qui". 

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