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Carolina Marconi dopo il tumore: “Sono rinata, ho trovato una forza che non pensavo di avere”

Carolina Marconi si racconta in un’intervista al settimanale Chi, dove ripercorre le tappe del lungo percorso verso la guarigione dopo la diagnosi di tumore al seno. L’ex gieffina dichiara di essere determinata e speranzosa verso la vita che la aspetta.
A cura di Ilaria Costabile
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La storia di Carolina Marconi è stata racconta in questi lunghi mesi in cui l'ex gieffina ha dovuto fare i conti con una sfida grande e difficile da superare, ma di cui ha sempre parlato senza nascondere la sua sofferenza. Da quando lo scorso 24 marzo ha scoperto di avere un tumore al seno la modella ha provato a non farsi sopraffare dalla paura, dal dolore, dall'ansia di veder svaniti i suoi progetti da realizzare nell'immediato futuro. In un'intervista rilasciata al settimanale Chi dichiara: "È il viaggio più doloroso che abbia mai intrapreso, la strada è lunga la meta è incerta", per poi infondere un messaggio di speranza.

Carolina Marconi dopo la malattia

Dopo l'intervento e il ciclo di terapie a cui si è dovuta sottoporre, Carolina Marconi sembra aver ripreso pieno possesso della sua vita: "Sono rinata, sono una bambina piccola, felice, gioiosa, speranzosa, sento dentro un'energia enorme. E ringrazio la vita che è meravigliosa". Parole che quasi stonano con quanto ha vissuto, un'esperienza difficile da elaborare e che non sempre è facile guardare con fermezza, ma sulle pagine del settimanale rivela: "Non tutto il male è male, il cancro non è una cosa che dipende da noi. Quando mi sono ammalata la mia famiglia si è chiusa su di me, i litigi che c'erano tra noi si sono vaporizzate. Ho trovato una forza dentro me che non pensavo di avere, ma certe volte non hai scelta, puoi solo essere forte". 

L'importanza di condividere il proprio percorso

Quanto ha vissuto in questi mesi è stato condiviso anche sui social, dove l'ex gieffina ha deciso di raccontare passo per passo questo suo percorso rivelando anche i particolari per lei più spaventosi: "La cosa che mi ha fatto più impressione sono i 41 centimetri è la lunghezza della cannula che mi hanno inserito nelle vene perché i farmaci della chemio non le bruciassero mentre le attraversavano, ci ho convissuto mesi era come un guinzaglio per me". Sul motivo che l'ha portata, poi, a parlare con i suoi fan sui social, spiega:

Penso che dobbiamo parlare, scrivere, andare sui nostri profili, non ci dobbiamo vergognare, parlando si trova la forza. Attraverso questi canali sono tante le persone che mi hanno aiutato e tante quelle che ho aiutato io. Il medico è impegnato a curarti non ti dirà certe cose.

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La forza di reagire al dolore

La malattia, ovviamente, ha portato con sé altri traumi, dolori collaterali alla patologia, come quello di non riconoscersi, di vedere la sofferenza negli occhi degli altri: "Il mio compagno (Alessandro Tulli ndr.) guardava le nostre foto insieme e poi guardava me, con quello sguardo che mi ha dato la forza di reagire". Ma anche il giudizio degli altri ha avuto un peso: "Io ho perso tutti i miei lunghi capelli neri e vedevo che tutti mi guardavano con compassione. Non volevo mi guardassero così. Il cancro rende tutti uguali, la faccia è gonfia, la testa è pelata. Mi volevo sentire diversa, perché io non ero e non sono il mio cancro". 

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