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Vent’anni fa il delitto di Cogne, un documentario racconta il caso di cronaca che sconvolse l’Italia

Il 30 e 31 gennaio 2022 andrà in onda su Sky un documentario che racconta il delitto di Cogne a distanza di vent’anni dall’efferato omicidio di Samuele Lorenzi, un bambino di 3 anni, della cui morte è stata accusata la madre Annamaria Franzoni.
A cura di Ilaria Costabile
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Tra i casi di cronaca che maggiormente hanno sconvolto l'Italia, il delitto di Cogne, è senza dubbio uno di quelli che ha generato maggior scalpore, per l'efferatezza del gesto che ha portato alla morte di Samuele Lorenzi, un bambino di tre anni, trovato senza vita nell'abitazione dei suoi genitori nel piccolo paesino della Val d'Aosta. Unica indiziata è stata Annamaria Franzoni, poi successivamente condannata. La ricostruzione del delitto verrà raccontata in un documentario, realizzato da Crime+Investigation, in prima visione domenica 30 e lunedì 31 gennaio sul canale 119 di Sky, il doc è prodotto Simona Ercolani di Stand By Me per A+E Networks Italia ed è diretto dal regista Claudio Pisano.

Il racconto del delitto di Cogne

Il documentario proverà a ricostruire tutto quello che è accaduto vent'anni fa in quella villetta che è diventata uno dei luoghi più tristemente noti d'Italia. Non soltanto stralci di filmati, di interviste, ma grazie alla testimonianza di Carlo Taormina, l'avvocato di Annamaria Franzoni, del procuratore di Aosta Maria del Savio Bonaudio, e anche dei giornalisti che fin dagli inizi hanno seguito l'evoluzione del caso, l'intento è quello di raccontare uno degli avvenimenti più terribili della cronaca nera.

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I fatti del 30 gennaio 2002

La morte del piccolo Samuele Lorenzi è stata fin dall'inizio avvolta dal mistero, sebbene sia stato uno dei primi casi a riscuotere un'attenzione mediatica senza precedenti. L'arma del delitto non è mai stata ritrovata e il tutto sarebbe avvenuto nell'arco di soli otto minuti, il tempo impiegato dalla Franzoni per accompagnare l'altro figlio, Davide, fuori la porta di casa. Il tutto si consuma il 30 gennaio del 2002, quando la donna chiama l'ambulanza dichiarando che suo figlio Samuele perde sangue dalla bocca, aggiungendo poi "gli sta scoppiando il cervello", all'arrivo dell'elisoccorso i medici smentiscono la prima ipotesi della dottoressa arrivata sul posto, che aveva immaginato si trattasse di un aneurisma cerebrale. Secondo i soccorritori, invece, che hanno poi trovato riscontro nell'autopsia, si è trattato di un omicidio causato da circa 15 colpi sferrati da un oggetto contundente. Nel gennaio del 2008, a distanza di sei anni dall'accaduto, Annamaria Franzoni viene condannata in via definitiva a 16 anni.

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