Il finale di Pretty woman: come era la versione originale senza lieto fine

Nella classifica dei film romantici più amati di tutti i tempi, se ne sta lassù in cima, o per lo meno in una buona posizione. Da 31 anni esatti, "Pretty Woman" fa sognare il pubblico, regala l'illusione della più bella delle storie d'amore e redenzione, macina ancora milioni di telespettatori a ogni passaggio televisivo. I motivi che spiegano la fortuna di questa commedia partorita dalla Hollywood più ottimista nel 1991, ancora così popolare anche oggi, sono molteplici. La scelta di rivisitare in chiave contemporanea la favola di Cenerentola è una carta vincente, il lieto fine con il suggello dell'amore tra il "principe azzurro" (alias il ricchissimo uomo d'affari) e la povera dal cuore d'oro (seppur impegnata nella professione più antica del mondo) non può che entusiasmare il pubblico femminile amante del genere sentimentale. A tutto ciò si aggiunge poi la scelta azzeccatissima di Julia Roberts, da allora reginetta per eccellenza del cinema romantico, e Richard Gere, fascinoso sex symbol negli anni 80 e 90.
L'idea originale era un dramma su droga e prostituzione
La ricetta che ha sancito il successo di "Pretty Woman" era impeccabile. Tuttavia, se oggi il pubblico ride e si commuove alle vicende del magnate Edward e dela prostituta Vivian, deve ringraziare l'intervento della produttrice Laura Ziskin, che fece stravolgere completamente la versione originale del film com'era stata concepita dallo sceneggiatore scritta da J.F. Lawton. Niente romanticismo, niente redenzione, niente (ahimé) lieto fine. La prima stesura dello script di "Pretty Woman" portava il titolo di "3000" e fu scritto da Lawton alla fine degli anni 80, come una forte critica all'America decadente dell'epoca, dominata dal consumo sfrenato di droga e dalla prostituzione. Per i ruoli dei protagonisti, si era pensato ad Al Pacino e Michelle Pfeiffer.

L'amore non trionfa: lui la butta fuori dall'auto e lei parte per Disneyland
Nella trama, Vivian era fortemente dipendente dalla cocaina e voleva i soldi di Edward (i 3000 dollari del titolo) per andare a Disneyland. Infine, la stesura si concludeva senza il coronamento del loro amore, con lui che la buttava fuori dalla sua auto e lei che prendeva mestamente il bus con la sua amica, alla volta del parco dei divertimenti. Insomma, un dramma in piena regola, cupo e pessimista, poi letteralmente modificato dalla produzione e dal regista Garry Marshall, che scelsero di puntare su toni più comedy e sui volti freschi di Gere e della Roberts. Oggi, resta la curiosità di sapere come sarebbe stata la versione iniziale se fosse stata portata sullo schermo. Una cosa, però appare certa: difficilmente avrebbe avuto lo stesso incredibile successo di cui "Pretty Woman" gode da 32 anni.
Pretty Woman racconta una storia vera?
Quella di Pretty Woman è una storia che, come la conosciamo adesso, è a lieto fine e che non si ispira ad una storia vera, quindi la Vivian protagonista non è una donna entrata nel giro della prostituzione di cui si racconta la vita. Il film, però, può essere considerato un bagliore di speranza per tutte quelle donne invischiate in un mondo dal quale è difficile allontanarsi.