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Spending review, Cottarelli: “Si interverrà su pensioni e stipendi pubblici”

Dall’audizione al Senato del commissario per la spending review Carlo Cottarelli la conferma: “Dai tagli possibile un recupero di 3 / 5 miliardi di euro”. Pochi aggiustamenti per la Sanità, si interverrà sulle pensioni.
A cura di Redazione
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Dall'audizione di oggi al Senato del commissario straordinario alla spending review Carlo Cottarelli sono state sostanzialmente confermate le anticipazioni delle ultime ore sulle misure che avrebbero consentito al Governo Renzi di recuperare risorse essenziali per la diminuzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti. Resta però l'enorme incognita delle cifre e dell'immediata disponibilità delle risorse recuperate: Cottarelli ha infatti specificato che "per gli ultimi 8 mesi del 2014 si può arrivare a 5 miliardi di euro, ma se non si riuscisse a cominciare da maggio, prudenzialmente si può contare su 3 miliardi. Insomma, c'è un margine che dipende dalle decisioni politiche che verranno prese". Va detto però che "gli effetti di alcune riforme si vedranno solo nel 2015, anche se occorre partire subito" e che gli obiettivi da raggiungere sono "aggiuntivi rispetto alla legge di stabilità" (che in sostanza prevedeva che dalla revisione della spesa arrivassero 490 milioni nel 2014, 4,4 miliardi nel 2015 e 8,9 miliardi nel 2016).

Le risorse arriveranno dunque da una serie di misure, anche sistemiche, e da alcuni interventi una tantum. Cottarelli ha solo parzialmente smentito le indiscrezioni su tagli alle pensioni, speigando che lo schema anticipato dal Tempo "era uno scenario illustrativo che può essere modulato secondo i parametri che si decidono; si tratta di scelte politiche, si può anche decidere che le pensioni non si devono toccare". Lo stesso Renzi aveva escluso la possibilità di un prelievo straordinario di 1,5 miliardi, anche se dovrebbero restare interventi duri su pensioni di reversibilità e di accompagnamento (mentre si discuterà a lungo sull'aumento dell'età contributiva delle donne per la pensione di anzianità da 41 a 42 anni). Del resto, ha spiegato Cottarelli, l'area di intervento vale complessivamente 270 miliardi di euro e si potrebbe "pensare ad un contributo temporaneo dalle pensioni oltre una certa soglia per consentire l'assunzione di nuove persone, intervenendo sugli oneri sociali per i neoassunti".

Arriveranno invece rimodulazioni per le forze di polizia, con "piani di risparmio, volti non a ridurre il livello di sicurezza, ma ad ottimizzare l'acquisto di beni e servizi". Resteranno escluse dai tagli "istruzione e cultura, visto che dai confronti internazionali emerge che l'Italia non spende molto per queste voci", ma in ogni caso Cottarelli dovrebbe consegnare il piano completo assieme al Def.

I due grandi ambiti dai quali arriveranno risorse consistenti sono poi quello dei costi della politica e della ristrutturazione della spesa pubblica per quanto concerne i dipendenti e i dirigenti. Sulla politica, Cottarelli ha spiegato di voler mettere mano alla "spesa degli organi politici, a quelle di alta burocrazia e al parco delle auto blu". Per quel che concerne i dirigenti pubblici, invece, bisogna entrare nell'ordine di idee "di retribuzioni alte, in relazione al reddito pro capite dell'intera nazione", nel solco dell'ipotesi di Renzi di un taglio degli stipendi dei manager pubblici per circa 500 milioni di euro. Sui dipendenti pubblici la partita invece si annuncia lunga e complessa. Da più parti continua a rimbalzare la notizia di un piano di 85mila esuberi di dipendenti pubblici, ipotesi per ora non confermata, anzi smentita dal ministro Madia: "È un'interpretazione distorta del buon lavoro del commissario Cottarelli sulla revisione della spesa per il pubblico impiego, in particolare su pensionamenti, turnover ed eventuali esuberi".

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