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Speleologo intrappolato e ferito in una grotta: per liberarlo ci vorranno molte ore

Uno speleologo è rimasto intrappolato in una grotta a 200 metri di profondità sul Monte Canin. L’uomo è ferito e per le operazioni di soccorso dovrebbero essere necessarie varie ore: il suo salvataggio potrebbe avvenire a metà giornata. Il soccorso alpino è intervenuto questa mattina anche in un’operazione di salvataggio di due scalatori.
A cura di Stefano Rizzuti
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Intrappolato e ferito, a 200 metri di profondità sul Monte Canin, uno speleologo che viene soccorso in queste ore dal soccorso alpino. Ma le operazioni per liberarlo richiederanno alcune ore, secondo una prima stima il salvataggio potrebbe concludersi solo a metà a giornata. La squadra di disostruttori, intanto, ha iniziato a lavorare a partire dalle due di notte e sta ancora operando all’ingresso della grotta e nei punti più stretti al suo interno, utilizzando piccole cariche di esplosivo per consentire la risalita della barella con l’uomo ferito. La vittima di questa disavventura è assistita ed è in attesa che le operazioni vengano completate, cosa che avverrà non prima di alcune ore.

Il soccorso alpino ha inoltre proceduto con le operazioni di salvataggio di due alpinisti sloveni, due scalatori di Kranj: si tratta di un uomo di 34 anni e di una ragazza di 27 anni. Sono stati entrambi soccorsi nella notte dai tecnici del soccorso alpino dopo essere stati sorpresi dal buio ieri sera, sugli ultimi tiri di corda della via Krobath-Metzger alla Cima del Vallone, sulle Alpi Giulie. Per il loro recupero è stato impiegato il verricello dell’elisoccorso. I due si trovavano in stato di leggera ipotermia e alle 7.30 di questa mattina sono stati accompagnati nella caserma della Guardia di finanza di Sella Nevea, dopo hanno ricevuto accoglienza e cibo.

La richiesta di aiuto era arrivata nella serata di ieri alla stazione del soccorso alpino di Cave del Predil. La stessa che sta operando per il soccorso dello speleologo bloccato nella grotta sotto il Monte Canin. I due alpinisti soccorsi nella notte erano rimasti bloccati al 19esimo tiro, quando cioè erano alla fine della via Krobath-Metzger alla Cima del Vallone, nella conca di Riofreddo, una via con 600 metri di dislivello e 700 metri di sviluppo. Il capostazione è rimasto per tutta la notte in contatto telefonico con i due sloveni in attesa che con le luci del mattino si potesse procedere con il soccorso in elicottero.

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